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domenica 11 marzo 2012

MUSEO CASA ENZO FERRARI

Documentario su Enzo Ferrari video 
Da anni, ormai, la città di Modena non assisteva ad eventi di rilievo internazionale, forse gli ultimi risalgono ai concerti del grande tenore modenese Luciano Pavarotti.
All'inaugurazione del Museo Casa Enzo Ferrari, abbiamo assistito ad uno spettacolo unico nel suo genere, una fila chilometrica, ordinata, in attesa dell'apertura, per la prima visita, per l'occasione gratis, di un museo dedicato al DRAKE, Enzo Ferrari.
Eh già!, Enzo Ferrari, un uomo, un mito, conosciuto in tutto il mondo, per aver dato il nome, e, quindi aver creato quelle magnifiche automobili che tutti i giorni sfrecciano sulle strade di tutto il mondo.
Come è solito dire "ne è passata di acqua sotto i ponti" da quel giorno rigido d'inverno del 1918, quando preso dallo sconforto, perché gli avevano rifiutato l'assunzione alla Fiat, si rifugia, piangendo, su una panchina del parco Del Valentino a Torino.
Forse quell'evento, ha reso ancora di più l'uomo Ferrari, unico, nel senso che gli ha conferito la tempra vincente e "testarda" che lo ha contraddistinto.
Da quel giorno, per lui indimenticabile,  colleziona una serie di episodi, che lo vedono protagonista assoluto, nel mondo dei motori, da pilota a direttore di scuderia che porta il suo nome, a costruttore di bolidi. Purtroppo l'ascesa al successo, colma di vittorie indimenticabili, a volte, viene segnata da sconfitte nei circuiti e soprattutto dallo drammatico incidente alla Mille Miglia del 1957, dove    perdono la vita l'equipaggio di una sua macchina e oltre 10 persone del pubblico.
Fra tutti i riconoscimenti assegnategli, Cavaliere, Commendatore, quella  che prediligeva di più era la laurea honoris causa in ingegneria meccanica, conferitagli dall'università di Bologna.                 




Il museo a lui dedicato, è sicuramente un riconoscimento della città e delle istituzioni pubbliche e private, destinato a diventare una icona, un punto di riferimento per gli appassionati e non solo, a questo tipo di settore.
Un grande progetto dell'architetto Jan Kaplicky, scomparso nel 2009, un immenso spazio espositivo, coperto da un cofano di automobile giallo, il colore di Modena, come si vede nella foto, dentro il quale sono esposte, come delle opere d'arte, su delle pedane rialzate rispetto al pavimento, le auto che hanno fatto la storia della FERRARI.
Adiacente al museo, si trova la casa natale ristrutturata di Enzo Ferrari, dove attraverso un percorso tematico si può esplorare il "MITO FERRARI" uomo e simbolo, attraverso immagini, filmati e documenti.




Museo Casa Enzo Ferrari video

giovedì 22 dicembre 2011

JUAN MANUEL FANGIO

 

STORIA DI UN PILOTA LEGGENDARIO

Nel cuore del secolo scorso, in un’Argentina segnata da una profonda crisi economica, la famiglia Fangio decise di scommettere sul futuro. Loreto Fangio e Herminia Deramo, animati da una tenacia incrollabile, emigrarono in Sud America alla ricerca di una vita migliore. Una determinazione che, pochi anni dopo, avrebbero trasmesso al loro figlio, Juan Manuel, destinato a diventare una delle più grandi icone della storia dell’automobilismo.

Juan Manuel Fangio nacque il 24 giugno 1911 a San José de Balcarce, nella provincia di Buenos Aires. La sua infanzia fu segnata dalla povertà, ma anche da una precoce consapevolezza del sacrificio. Ancora adolescente, si rimboccò le maniche, affrontando lavori duri nei campi per aiutare la famiglia. Quegli anni temprarono il suo fisico esile e forgiarono la resistenza mentale che più tardi avrebbe fatto la differenza in pista.

Il primo vero contatto con i motori arrivò in una piccola officina meccanica, dove iniziò come apprendista. Era l'inizio del suo viaggio verso l’Olimpo del motorsport. Le prime gare furono lunghi e duri raid su strade polverose e sconnesse, vere e proprie maratone su quattro ruote che esigevano forza, sangue freddo e spirito di sopravvivenza. Fangio imparò in fretta. A stupire, più che la sua velocità, era la sua costanza.

Il destino gli diede la prima grande occasione nel 1947, durante il Gran Premio di Buenos Aires. Mentre i grandi campioni europei si contendevano la gloria, Fangio fu invitato a partecipare a una gara minore. Ma bastò poco perché il suo talento attirasse l’attenzione. In quell’occasione conobbe Achille Varzi, uno dei mostri sacri del tempo, che ne riconobbe subito il valore. Da lì, il passo verso l’Europa fu naturale.

Nel 1951, al volante dell’Alfa Romeo Alfetta 159, Fangio conquistò il suo primo titolo mondiale. Era solo l’inizio. Seguì un dominio assoluto: nel 1954 e 1955 vinse con la Mercedes W196, nel 1956 con la Ferrari D50, e infine nel 1957 con la Maserati 250F. Cinque titoli mondiali in sette anni. Ma fu proprio il 1957 a consacrarlo leggenda.

 

Nürburgring, 4 agosto 1957: l’impresa delle imprese

Quel giorno, sul leggendario circuito del Nürburgring, si correva la sesta prova del Campionato del Mondo. Ventidue chilometri di curve veloci, salite e discese senza sosta. Il circuito più difficile, la corsa più dura. Fangio, ormai 46enne, guidava la sua Maserati contro le Ferrari di Mike Hawthorn e Peter Collins. Dopo tredici giri in testa, una sosta ai box per cambiare gomme e rifornire lo costrinse a perdere oltre un minuto per un problema al fissaggio di una ruota. Rientrò terzo, distante 48 secondi dal duo di testa.

A quel punto, tutto sembrava perduto. Ma Fangio scrisse la storia. Giro dopo giro, girò più veloce dei tempi in qualifica. Recuperava dieci secondi al giro, in una danza magistrale tra i saliscendi del Nürburgring. A tre giri dalla fine superò Collins. Poco dopo, sorpassò anche Hawthorn. Tagliò il traguardo per primo, con pochi secondi di vantaggio, dopo una delle più grandi rimonte della storia dell’automobilismo.

Fu l’ultima vittoria della sua carriera in Formula 1. Ma quel giorno, sul tracciato tedesco, Juan Manuel Fangio non vinse soltanto una gara: entrò nella leggenda.

I 5 Mondiali di Fangio

Un dominio senza precedenti in Formula 1

Anno

    Scuderia

    Vettura

1951

    Alfa Romeo

    Alfetta 159

1954

    Mercedes-Benz

    W196

1955

    Mercedes-Benz

    W196 Streamliner

1956

    Ferrari

    D50

1957

    Maserati

    250F

 

L'eredità del “Maestro”

A più di mezzo secolo di distanza, il nome di Fangio continua a incutere rispetto e ammirazione. Non solo per i numeri — cinque titoli mondiali, 24 vittorie in 52 Gran Premi disputati — ma per lo stile, la sobrietà, la sportività che lo hanno reso un punto di riferimento eterno. In un’epoca in cui l’automobilismo era ancora una sfida tra uomini prima che tra macchine, Fangio fu il migliore di tutti.

Il suo record di titoli resistette per 46 anni, fino all’era Schumacher. Ma per molti, il vero “Re della Formula 1” resta ancora lui: Juan Manuel Fangio, il Maestro.

 

"L'ULTIMA 1000 MIGLIA"

Durante un assolato pomeriggio del mese di maggio del 1957, esattamente il 12° giorno, nelle vicinanze del confine fra Mantova e Brescia, sulla strada Goitese, all’altezza della località Guidizzolo, in provincia di Mantova, di ritorno da Roma, stavano disputando la loro gara sulla Ferrari 335 S n. 531, il pilota Alfonso De Portago e il copilota Edmund Gurner Nelson, era una delle più importanti gare dell'epoca, la 1000 MIGLIA.
Una gara stradale che partita da Brescia, si dirigeva verso Roma per ritornare nella città lombarda il    giorno dopo.
Stavano percorrendo l’ultimo tratto di tracciato che portava al traguardo di Brescia, nonostante il fondo stradale fosse sterrato, le auto in gara in quel punto raggiungevano velocità di oltre 240 Km/h.
Si trovano in prossimità dell’abitato del paese di Guidizzolo quando all’improvviso si verifica lo scoppio di uno pneumatico che fece sbandare la macchina di De Portago facendogli perdere il controllo.
Finiti nel fossato a destra ne fuoriuscirono saltando l’intera carreggiata e schiantandosi sul ciglio opposto, dove erano raccolti molti spettatori, un impatto violentissimo che travolge dieci persone tra cui cinque bambini uccidendoli sul colpo, perdono la vita anche De Portago e Nelson.
La vittoria "amara" va al pilota Piero Taruffi su Ferrari     315 S spyder Scaglietti.
Sarà l'ultima 1000 MIGLIA in cui bisognava "tenere giù il piede" sull'acceleratore.
In seguito a quella tragedia le corse motoristiche di velocità su strada furono quasi totalmente abolite sull'intero territorio nazionale.
Persino la XII Milano - Taranto, che si sarebbe dovuta svolgere 10 giorni dopo, fu annullata. Tra le eccezioni, il Gran Premio di Pescara del 1957 che fu mantenuto in quanto parte del calendario internazionale di Formula 1.

mercoledì 21 dicembre 2011

1000 MIGLIA

Le origini della Mille Miglia risalgono agli inizi del XX secolo, quando nel 1927 il nuovo ordinamento dell’Automobile Club d’Italia, affidava alle varie sedi provinciali la riscossione delle tasse automobilistiche e la costituzione di una sede del Pubblico Registro Automobilistico locale. Ecco quindi la necessità di “separare” la città di Brescia da quella di Milano e per tanto dall’Automobile Club del capoluogo lombardo.
Tuttavia il legame automobilistico sportivo con la città di Milano si era man mano logorato.
Dopo il 1922, anno in cui, dopo l’esperimento del primo Gran Premio d’Italia che Arturo Mercanti direttore dell’A.C.M. aveva organizzato l’anno precedente sul circuito di Montichiari, la gara, venne disputata sul nuovissimo circuito di Monza, l’anno successivo, costruito a tempo di record nel parco della villa reale, facendo tesoro dell’esperienza di alcune soluzioni tecniche quali le curve sopraelevate, già sperimentate a Ghedi.
I bresciani, affezionati ormai a quella gara, vissero l’episodio come un grave affronto soprattutto perché il motorismo sportivo italiano, nel loro territorio, aveva dato origine a una delle più importanti gare dell’epoca: la Brescia - Cremona - Mantova - Verona - Brescia di circa 220 km riservata alle automobili.
Nel 1904, sempre in provincia di Brescia, all’interno della manifestazione la “Settimana motoristica”, si disputa la Coppa Florio sulla piana di Montichiari e alcune gare di motonautica sul lago di Garda, così come per il “Circuito aereo” di Brescia dove nel 1909 fu disputata la prima gara in assoluto in Italia tra aeroplani.
Presi dalla voglia di competizione, i dirigenti del neonato Automobile Club Brescia, come il presidente Franco Mazzotti e il vicepresidente conte Aymo Maggi, assieme a politici dell’epoca come l’onorevole Alfredo Giarratana e Innocente Dugnani, e altri ancora come Renzo Castagneto e Aldo Finzi cominciano a elaborare un progetto.
Si sviluppò nella loro idea la creazione di una manifestazione spettacolare, che celebrasse la raggiunta autonomia da Milano, e “vendicasse” l’offesa subita. Aldo Finzi, abile organizzatore di eventi motoristici e segretario generale dell’A.C.B. venne affiancato dal barone Flaminio Monti.
L’idea più logica fu pensare ad una gara di velocità su lunga distanza, riservata alle vetture di serie.
Bisognava scegliere il luogo adatto affinché l’evento risultasse di grande rilievo: poiché all’epoca era di moda fare confluire tutto nella capitale Roma, in prima battuta si pensò ad una gara chiamata, Brescia Roma.
Dopo qualche riflessione, si resero conto che così Brescia avrebbe avuto solo un vantaggio relativo, allora pensarono ad una versione di Brescia Roma Brescia, andata e ritorno, ma il nome era troppo lungo e sembrava quasi uno slogan per un viaggio in treno, più che una competizione automobilistica.
Ad un certo punto, ecco l’idea geniale.
Franco Mazzotti chiese ai colleghi che stavano conteggiando i chilometri che le auto avrebbero dovuto percorrere, quale fosse la distanza da completare; la risposta fu “circa 1600 chilometri”. Mazzotti, dopo i suoi viaggi in America, si era abituato a considerare le distanze in miglia anziché in chilometri, ed esclamò convinto “MILLE MIGLIA”.

WINTER MARATHON 2012

È tutto pronto ormai per la 24ª edizione della Winter Marathon che si svolgerà dal 19 al 22 gennaio duemiladodici a Madonna di Campiglio. La gara, che fino all’anno scorso partiva da Piazza Righi, quest’anno prenderà il via da Piazzale Brenta, per percorrere gli oltre 400 km dentro la magnifica cornice delle Dolomiti del Brenta.
Gli equipaggi attraverseranno 11 passi alpini tra cui quello del Pordoi a 2239 mt di altitudine.
Sono previsti 40 prove cronometrate, 5 controlli orari e 1 controllo a timbro, da disputarsi su strade aperte al traffico con velocità medie non superiori a 41,756 Km/h.
Anche quest’anno si prevede una gara molto combattuta, vista la presenza dei maggiori specialisti del settore. Fra gli iscritti si contano circa 15 Top Driver tra cui il vincitore della 1000 Miglia 2011 Giordano Mozzi, alla sua prima esperienza alla Winter Marathon.
Presente sui nastri di partenza anche l’ex pilota di F.1 Ivan Capelli, che gareggerà con una Volvo ufficiale del Registro Italiano.

Passaggio prima vettura:

Ore 14.00MADONNA DI CAMPIGLIO (m. 1522)
Ore 14.05Passo Campo Carlo Magno (m. 1682)
Ore 14.15Folgarida
Ore 14.30Dimaro
Ore 14.40Malè
Ore 15.30Fondo
Ore 15.40Senale-San Felice
Ore 15.50Passo Palade (m. 1518)
Ore 16.10Tesimo
Ore 16.20Nalles
Ore 16.50SAFETY PARK VADENA
Ore 17.00Bolzano
Ore 17.05Cornedo all'Isarco
Ore 17.35Collepietra
Ore 17.50Ponte Nova
Ore 18.15Passo di Lavazè (m. 1808)
Ore 18.25Passo Pramadiccio (m. 1431)
Ore 18.45Ziano di Fiemme
Ore 18.50Predazzo
Ore 19.05Moena
Ore 19.15Pozza di Fassa
Ore 19.20MAZZIN
Ore 19.30Canazei (sosta)
Ore 20.15CANAZEI (m. 1430)
Ore 20.40Passo Pordoi (m. 2239)
Ore 20.55Arabba
Ore 21.05Passo Campolongo (m. 1875)
Ore 21.20Corvara in Badia
Ore 21.40Passo Gardena (m. 2121)
Ore 22.00Passo Sella (m. 2240)
Ore 22.15Canazei
Ore 22.25Mazzin
Ore 22.30Pozza di Fassa
Ore 22.45Passo Costalunga (m. 1752)
Ore 22.55CAREZZA AL LAGO
Ore 23.20Ponte Nova
Ore 23.35Cornedo all'Isarco
Ore 23.40Bolzano
Ore 00.00Appiano
Ore 00.15Passo della Mendola (m. 1363)
Ore 00.35Romeno
Ore 00.50Cles
Ore 01.10Malè
Ore 01.20Dimaro
Ore 01.35FOLGARIDA (m. 1298)
Ore 01.45Passo Campo Carlo Magno (m. 1681)
Ore 01.50MADONNA DI CAMPIGLIO (m. 1522)