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mercoledì 26 novembre 2025

LA COPPA NISSENA VINCE IL SUPERSALITA, LA MONTE ERICE È CHIAMATA AL RILANCIO

Ci sono decisioni che raccontano molto più di un semplice calendario sportivo. La titolazione della Coppa Nissena 2026 come prova di SuperSalita appartiene a questa categoria: un gesto che non si limita a definire un ruolo agonistico, ma che fotografa il valore di una comunità che ha scelto di crederci davvero. 
È la prova che quando un territorio converge su un obiettivo comune, la storia può diventare motore di sviluppo, orgoglio e riconoscimento nazionale.


Caltanissetta ce l’ha fatta, e non per caso. Ha convinto ACI Sport, ha rispettato standard severi, ha costruito un progetto che non aveva nulla dell’improvvisazione. Ma soprattutto ha dimostrato una qualità che spesso, nell’Italia frammentata dei piccoli ego e dei grandi alibi, manca: la capacità di lavorare insieme.

L’Automobile Club Caltanissetta, il Comune, il Libero Consorzio, l’assessorato allo Sport: ognuno ha messo il proprio mattone, nessuno si è tirato indietro. E il risultato è arrivato, pesante e meritato. La Coppa Nissena torna sul palcoscenico più prestigioso delle cronoscalate, confermandosi la “decana” non solo per anzianità, ma per identità e continuità.

Un successo che va oltre lo sport

Nell’epoca in cui ogni evento motoristico è anche narrazione, marketing territoriale e patrimonio culturale, la Coppa Nissena ottiene una consacrazione che supera il rumore dei motori. 

Inserita nel Registro delle Eredità Immateriali della Regione Siciliana, la gara nissena è memoria collettiva, storia viva, tradizione che continua a generare economia. È un pezzo di Sicilia che sale sul palco non per folklore, ma per competenza e serietà organizzativa.

L’altra faccia della medaglia: lo “schiaffo” alla Monte Erice

Ma ogni decisione che assegna un onore, inevitabilmente, genera anche un’ombra. E a Erice, nel Trapanese, la notizia è arrivata come un colpo imprevisto. Forse ingiusto, forse inevitabile. Sicuramente doloroso.

La Cronoscalata Monte Erice è una delle gare più iconiche del motorsport italiano. Ha una tradizione profondissima, un fascino che pochi tracciati possono vantare. È comprensibile che gli appassionati parlino di “schiaffo”.
Eppure, la verità non sta da una parte sola: la Monte Erice non è stata sconfitta.

È stato premiato chi, oggi, ha saputo dimostrare maggiore continuità, progettualità e garanzie. 
La SuperSalita è un campionato a rotazione: gli equilibri cambiano, le eccellenze tornano. Non è detto che il futuro non riporti Erice al centro della scena.

La tradizione non basta più

Il motorsport moderno è meritocratico, spesso spietato. Le rendite di posizione non funzionano più. Oggi servono organizzazione impeccabile, sicurezza totale, visione amministrativa e capacità di generare un indotto vero.

La Coppa Nissena ha mostrato di possedere tutto questo. Per questo è stata scelta.
Erice lo ha dimostrato in passato, e potrà farlo di nuovo. La sua sfida, adesso, è trasformare l’amarezza in slancio: investire, rinnovare, rilanciare. Perché la Sicilia delle cronoscalate non può permettersi campanili in conflitto. Può, invece, ambire a presentarsi come un sistema unito, competitivo, capace di diventare un modello nazionale.

Non un epilogo, ma un nuovo capitolo

La SuperSalita 2026 assegnata a Caltanissetta non è un punto d’arrivo. È un punto di ripartenza.
Per la città, per la Coppa Nissena, per tutto il motorsport siciliano.

Oggi c’è chi festeggia e chi mastica amaro. 
È naturale.
Ma al di là dei titoli e delle rivalità locali, ciò che conta davvero è che le corse in salita italiane continuino a crescere. La tradizione è un valore, certo. Ma il futuro si conquista solo con la visione.

E quest’anno, la Coppa Nissena ha dimostrato di averne più di tutti.

Foto: fonte web




ERICE IN ATTESA, LA NISSENA IN ASCESA: IL NUOVO EQUILIBRIO DELLE SALITE

Due giganti, un solo patrimonio 

Nel mondo delle cronoscalate italiane esistono nomi che non hanno bisogno di essere spiegati. 
Sono luoghi, più che gare. Identità, più che eventi. 

Erice appartiene a questa categoria ristretta e privilegiata: una Regina riconosciuta, un simbolo assoluto del motorsport nazionale, un appuntamento che da decenni fonde cultura, paesaggio e velocità nella più perfetta delle alchimie.

La sua esclusione dal Campionato Italiano SuperSalita 2026, però, ha scosso molti. Una gara che è patrimonio culturale prima ancora che sportivo difficilmente può essere trattata come una casella qualsiasi in un calendario. La delusione è comprensibile, quasi inevitabile. Ma non è tutto così semplice.

Perché se è vero che Erice rappresenta il mito, è altrettanto vero che la Coppa Nissena ha saputo interpretare il presente.

Caltanissetta non ha conquistato la titolazione SuperSalita sull’onda del romanticismo o della tradizione: l’ha vinta con la concretezza, con la capacità di ascoltare e soddisfare le esigenze di ACI Sport, con la volontà, rara, di unire istituzioni e territorio in un progetto solido. 

La 71ª Coppa Nissena non viene premiata per la sua storia, ma per la visione che ha saputo mettere in campo.

Ed è qui che nasce la riflessione più profonda, quella che riguarda la Sicilia del motorsport. 

La Monte Erice non è stata sconfitta: è stata semplicemente superata, in questa fase, da un modello organizzativo più attuale. E questa non è un’onta. 
È un invito. Un pungolo a rilanciare, a evolvere senza perdere l’anima, a far sì che la regalità della cronoscalata ericina sia accompagnata da un progetto altrettanto forte.

Perché il prestigio della Monte Erice non si misura con una titolazione. Non si eclissa per un calendario. 
La sua magia vive a prescindere da un timbro federale, perché alcune gare appartengono al patrimonio emotivo di un Paese molto più di quanto appartengano alle sue classificazioni sportive.

Dall’altra parte, la Coppa Nissena dimostra che oggi la storia non basta: serve visione, serve organizzazione, serve la capacità di trasformare un passato glorioso in un futuro credibile. E, quando questo avviene, i risultati arrivano.

C’è però un’ultima verità, forse la più importante: la Sicilia non può permettersi guerre di campanile. 
Erice e Caltanissetta non sono rivali; sono complementari. Una rappresenta la regalità, l’altra la rinascita moderna. 
Una è il mito intramontabile, l’altra è il segnale che innovare è possibile. Insieme non solo fanno la storia delle salite italiane: la custodiscono.

Nel 2026 sarà Caltanissetta a godersi la ribalta. Ed è giusto così.
Ma la Monte Erice non arretra, non sbiadisce, non vacilla: resta un monumento vivente del motorsport italiano.

La Coppa Nissena ha vinto una sfida di sistema.
La Monte Erice continua a incarnare un prestigio che nessun regolamento potrà scalfire.

E allora la conclusione è semplice: due giganti, un solo patrimonio.
Un patrimonio che nessuna titolazione potrà mai dividere.



venerdì 21 novembre 2025

MONTE ERICE FUORI DAL SUPERSALITA 2026: ACI TRAPANI DIFENDE L'ICONA DELLE CRONOSCALATE ITALIANE

Monte Erice, la Regina che non si piega: perché la cronoscalata simbolo del Motorsport italiano non può uscire dal Supersalita.

In una nota inviata in esclusiva a RacingLife.it, il Presidente Pellegrino usa parole forti a difesa della gara ericina.

La notizia è stata come un fulmine a
ciel sereno: nella video intervista
fatta da RacingLife.it al direttore generale di Aci Sport Marco Rogano, il dirigente federale ha dichiarato che la leggendaria Monte Erice, tra le
cronoscalate più amate e iconiche
d'ltalia, sarà esclusa dal Campionato
Italiano SuperSalita 2026. Una decisione che ha colto di sorpresa piloti, addetti ai lavori, appassionati e soprattutto l'ACI Trapani, che per bocca del suo Presidente, Giovanni Pellegrino, esprime vivo disappunto e rivendica con forza l'unicità di un evento che da decenni è molto più di una semplice gara

Una gara che è identità, paesaggio, storia

La Monte Erice non è soltanto una competizione automobilistica: è un rito collettivo, un appuntamento che ogni anno trasforma la provincia di Trapani in un palcoscenico naturale dove motori e storia, mare e montagna, passione popolare e tecnica di guida si fondono senza soluzione di continuità.

Partenza da Valderice, arrivo nel borgo medievale di Erice – che nel 2027 sarà Città Europea dello Sport – attraverso una strada che è leggenda: tornanti spettacolari, panorami mozzafiato e un’atmosfera che i piloti definiscono da sempre “magica”. Non è un caso se molti la considerano la cronoscalata più affascinante del panorama tricolore.

Pellegrino lo ribadisce con fermezza: «Erice è la regina delle cronoscalate». E i piloti, negli anni, lo hanno confermato col linguaggio più chiaro: la preferenza, la partecipazione, l’entusiasmo.

L’ombra della “rotazione”: un principio contestato

A far discutere è soprattutto la motivazione ufficiale dell’esclusione: la cosiddetta “rotazione”, o “turnazione”, dei tracciati nel calendario SuperSalita. Un concetto che il presidente dell’ACI Trapani respinge con decisione, definendolo «iniquo e offensivo».

«Non siamo in una giostra», afferma Pellegrino, «dove per soddisfare un bisogno si fa fare un giro». E non manca una punta di amarezza nel ricordare che già lo scorso anno era stata avanzata la stessa ipotesi sotto un altro nome: “alternanza”.

Il punto, secondo l'ente trapanese, non è negare visibilità ad altre gare, ma evitare che il riconoscimento di uno avvenga a scapito di un’altro. Da qui la proposta, chiara: perché non aumentare il numero degli appuntamenti del SuperSalita? Se la serie vale, se l’interesse cresce, perché non portare i round da 7 a 8 – o anche di più?

Un evento che muove un territorio intero

La forza della Monte Erice non è solo sportiva. È sociale, economica, culturale.

La manifestazione coinvolge più comuni – compreso Trapani, dove si tengono le verifiche – e dà vita a una settimana di eventi collaterali che richiamano pubblico, turismo, passione. È un patrimonio che si rinnova grazie al contributo di enti locali, associazioni, operatori turistici e, soprattutto, migliaia di tifosi che ogni anno affollano i tornanti del monte.

Parlare di semplice “rotazione” appare dunque riduttivo, se non addirittura irrispettoso verso una gara che ha contribuito in modo determinante alla crescita del campionato sin dalla sua nascita.

La prossima mossa: un vertice istituzionale

Pellegrino annuncia un incontro imminente «fra figure istituzionali e sportive locali, per sviscerare meglio la vicenda». L’obiettivo è chiaro: difendere la presenza di Erice nella massima serie e chiedere trasparenza sui criteri adottati.

E mentre la Federazione si prepara alla riunione del 24 novembre, il mondo del motorsport guarda a Trapani: siamo davanti a una semplice decisione tecnica o a un precedente che potrebbe ridisegnare l’identità stessa del SuperSalita?

Perché Monte Erice non può essere “una delle tante”

In un campionato che ambisce all’eccellenza, lasciare fuori una gara di tale storia, prestigio e coinvolgimento popolare significa privarsi di un pezzo fondamentale del suo DNA.

Erice non è solo un tracciato: è un simbolo.
È la bellezza naturale che abbraccia la velocità.
È la tradizione che incontra l’adrenalina.
È, in una parola, la Regina.

E le regine, si sa, meritano rispetto.



domenica 7 settembre 2025

MONTE ERICE INCORONA FAGGIOLI PER LA 12ª VOLTA: CALA IL SIPARIO SULLA STAGIONE, ASSEGNATI I TITOLI DEL SUPERSALITA

Sopra la linea blu del Mediterraneo, laddove la Sicilia si arrampica con eleganza verso le nuvole, la 67ª edizione della Cronoscalata Monte Erice ha scritto un nuovo capitolo di storia, passione e adrenalina. Quello che per molti è un appuntamento sportivo, per il mondo delle salite è un vero e proprio rito. Organizzata dall’Automobile Club Trapani, la tappa siciliana ha ospitato l’epilogo stagionale del Campionato Italiano Supersalita, oltre al Campionato Italiano Velocità Montagna e il Campionato Italiano Velocità Salita Autostoriche, regalando spettacolo puro lungo la provinciale che collega Valderice al borgo medievale di Erice.


Faggioli: dodici volte re di Erice

Il protagonista assoluto, ancora una volta, è stato Simone Faggioli. Il fuoriclasse toscano, già laureatosi campione italiano, ha voluto onorare al meglio la gara testando la nuova Nova Proto NP 04 a trazione integrale e motore turbo. Missione riuscita: due manche impeccabili in 2'56"27 e 2'54"92, che gli sono valse il dodicesimo sigillo personale sulla storica cronoscalata. Sul podio anche Francesco Conticelli e Samuele Cassibba, a conferma di un dominio tecnico e territoriale tutto siciliano.

Tricolori decisi: verdetti finali tra conferme e colpi di scena

Con Erice a fare da teatro, sono arrivati anche gli ultimi verdetti tricolori della stagione. 
Ecco i protagonisti:
Giuseppe Aragona (VW Golf) è campione di Gruppo E1;
Manuel Dondi (Fiat X1/9 Alfa) conquista l’E2SH, dopo un’appassionante rincorsa;
Piero Nappi (Porsche 911 GT3) si prende il titolo GT Super Cup Div. 3, con mezzo punto di vantaggio;
Oronzo Montanaro (Mini) domina la Racing Start Plus;
Antonio Vassallo (Renault Clio) è re dell’RS Aspirato;
Anna Maria Fumo (Peugeot 308) alza il trofeo nella Racing Start Cup.

Top Ten assoluta: giovani e veterani a braccetto

Fuori dal podio per una manciata di decimi il coriaceo Franco Caruso, quarto sulla Nova Proto NP 01. A seguirlo il lucano Achille Lombardi (Osella PA 30), il campione italiano Andrea Di Caro (dominatore tra gli Sportscar su Nova Proto NP 03 motori moto con sette vittorie su sette), e Luigi Fazzino (Osella PA turbo), campione della classe 2000 dei prototipi. Completano la top ten Michele Puglisi (Nova Proto NP03), Francesco Leogrande (Osella PA 21 4C turbo) e l’idolo di casa Francesco Adragna (Wolf GB 08 Thunder).

Gruppi: sfide all’ultimo decimo, tra emozioni e tecnica pura

Nel Gruppo CN, in cui è già campione Alberto Scarafone, si impone il trapanese Rocco Aiuto su Osella PA 20/S, davanti a Reina e Ferrazzano, per un podio interamente siciliano. In E2SH, Dondi svetta su una linea d’arrivo che vede Rosario Iaquinta secondo con la sua Lamborghini e Marco Gramenzi terzo sulla silhouette MG-AR01 Furore.

Nel Gruppo GT, Lucio Peruggini ha conquistato la vittoria al volante della sua Ferrari 488 Challenge Evo, in una gara che lo vede in attesa di conferma del titolo, attualmente sub judice a causa di un reclamo presentato in occasione della tappa di Luzzi.
Alle sue spalle, ottima la prestazione di Giuseppe D’Angelo, anche lui su Ferrari 488, autore di una gara solida che gli è valsa il secondo gradino del podio. Terzo posto per Rosario Parrino, alla guida della Porsche 992 GT3 Cup, che ha lottato fino all’ultimo contro avversari agguerriti.

Nonostante la terza posizione in gara, il titolo di campione di gruppo è andato a Piero Nappi. Il pilota partenopeo, al volante della Porsche 911, ha chiuso al secondo posto nella classifica della prova, ma ha conquistato matematicamente il campionato per appena mezzo punto, premiato da una stagione di grande regolarità.

Nella GT Cup, applausi per il calabrese Gabrydriver, che ha chiuso la stagione con un'altra vittoria al volante della Ferrari 458, dopo aver già messo in cassaforte il titolo di categoria.

Infine, nel Gruppo GT3, il titolo è andato al romano Marco Iacoangeli, assente nell’ultima prova ma comunque irraggiungibile in classifica. Il portacolori della Vimotorsport, protagonista di una stagione brillante a bordo della BMW Z4, ha saputo gestire al meglio il vantaggio accumulato, conquistando con merito il campionato.

TCR: una sfida che finisce... in tribunale sportivo

Il gruppo TCR regala l’ennesimo colpo di scena: è 1 a 1 tra Luca Tosini e Salvatore Tortora, entrambi su Audi RS3 LMS, con tempi da fotofinish. Ma la classifica è sub judice per un reclamo presentato da Tosini. Intanto, applausi per il siciliano Bartolomeo Mistretta, subito incisivo con la Peugeot 308.

Racing Start: spettacolo e titoli in bilico fino all’ultimo

Nel gruppo Racing Start Cup, brilla Gianni Loffredo su Mini JCW Evo, mentre la pugliese Anna Maria Fumo centra il titolo con una prova di grande intelligenza. In RS Plus, spettacolare vittoria di Montanaro, anche se è mancato il duello con Liuzzi.
Tra le Aspirate, è Angelo Guzzetta a dominare la corsa, ma il titolo lo conquista il pugliese Francesco Perillo su Citroen Saxo. Emozioni anche nella RSTB, dove Marco Magdalone (Seat Leon Cupra ST) ha la meglio in una sfida incandescente. Tra gli Under 25, successo per il giovane Antonio Aquila, vero talento emergente.

Finale d’autore per una stagione memorabile

La 67ª Monte Erice si conferma non solo una gara, ma un monumento del motorsport italiano. Tra il rombo dei motori e il profumo del mare, si è chiusa una stagione intensa, che ha incoronato campioni ma soprattutto rinnovato l’amore per una disciplina dove tecnica, coraggio e passione si fondono curva dopo curva.

lunedì 1 settembre 2025

MONTE ERICE, TUTTO PRONTO PER LA 67ª EDIZIONE: ATTESI I BIG DELLA SUPERSALITA

Trapani si prepara a vivere uno degli appuntamenti più attesi del motorsport italiano.

La 67ª edizione della Cronoscalata Monte Erice, organizzata con la consueta cura dall’Automobile Club Trapani, è pronta a infiammare il cuore degli appassionati. Valida per il Campionato Italiano Supersalita, il Campionato Italiano Velocità Montagna e il Campionato Italiano e Regionale Velocità Salita Autostoriche, la gara si conferma una delle più prestigiose e partecipate dell’intero panorama nazionale.

A poco più di quattro giorni dal via, previsto con le verifiche tecniche e sportive in Piazza Vittorio Emanuele a Trapani, l’intera città è già attraversata da un palpabile fermento che si estende idealmente fino ai tornanti che portano alla vetta di Erice, da sempre teatro di duelli epici e paesaggi mozzafiato.

Le iscrizioni, che si chiuderanno ufficialmente questa sera alle 24:00, confermano la partecipazione dei principali protagonisti della stagione. Saranno infatti al via tutti, o quasi, i big del Campionato Italiano Supersalita e del CIVM, pronti a contendersi la gloria sull’asfalto siciliano nella gara che chiuderà la stagione 2025.

In prima fila ci sarà Simone Faggioli, fresco campione italiano con una gara d’anticipo dopo il trionfo di Gubbio. Insieme a lui, il compagno di squadra e astro nascente Andrea Di Caro, oltre a nomi di spicco come Giancarlo Maroni, Franco Caruso, Samuele Cassiba, Francesco Conticelli e Achille Lombardi. Tutti pronti a sfidarsi fino all’ultimo centimetro su un tracciato che unisce tecnica e spettacolo, in uno scenario naturale tra i più suggestivi d’Europa.

Per i tanti appassionati che affolleranno l’“arena” del Monte Erice, si preannuncia un weekend all’insegna dell’adrenalina, del rombo dei motori e della grande passione per le salite. La cronoscalata siciliana si appresta così a scrivere un nuovo capitolo della sua lunga e gloriosa storia.

venerdì 29 agosto 2025

MONTE ERICE TRA PASSATO E PRESENTE: IL TRIBUTO A PASQUALE TACCI

Monte Erice, tra storia e motori: omaggio a Pasquale Tacci, primo vincitore della cronoscalata.

Tra le strade che meglio raccontano l’anima del motorsport italiano, poche possono vantare il prestigio e la tradizione della Cronoscalata Monte Erice

Da oltre settant’anni, il suggestivo tracciato che in origine si snodava da Trapani ad Erice e successivamente da Valderice ad Erice rappresenta molto più di una semplice gara: è un autentico monumento alla passione, alla tecnica e alla memoria del motorismo sportivo tricolore.

Organizzata dall’Automobile Club Trapani, la Monte Erice è tra le tappe più attese del panorama nazionale: valevole per il Campionato Italiano Velocità Montagna (CIVM), il Campionato Siciliano Velocità in Salita, il Campionato Italiano Velocità Salita Autostoriche (CIVSA) e, dal 2023, anche per il Campionato Italiano Supersalita.
Un evento che ogni anno richiama oltre 50.000 spettatori, trasformando la montagna trapanese in un’arena naturale per appassionati e piloti.

L’edizione 2025, in programma da venerdì 5 a domenica 7 settembre, non sarà soltanto competizione: ci sarà spazio anche per la memoria e il tributo ai protagonisti del passato. 

Giovedì 4 settembre, nei locali dell’AC Trapani, in via Virgilio 115, si terrà il talk-show “Le curve della Storia”, durante il quale verrà assegnato un riconoscimento speciale a Pasquale Tacci, primo vincitore della cronoscalata nel lontano 1954.

Alla guida di un’Alfa Romeo 1900, il pilota di Sciacca tagliò il traguardo in 11 minuti e 30 secondi, dopo essere partito dalla centralissima piazza Vittorio Emanuele di Trapani, ancora oggi luogo simbolico della manifestazione, poiché da un paio d'anni vi si svolgono le verifiche tecniche. 
Tacci partecipò alla gara anche negli anni successivi, ottenendo sempre ottimi risultati: sesto nel 1955 e 1957, quarto nel 1958.

A ritirare il premio in suo nome sarà il figlio Nino Tacci, ospite del talk-show previsto per le ore 19. Durante la serata sarà anche consegnato il premio “Morselli” al pilota alcamese Salvatore Spinelli.

“Se oggi la Monte Erice è considerata una delle cronoscalate più affascinanti e prestigiose d’Italia, ha dichiarato Giovanni Pellegrino, presidente dell’Automobile Club Trapani, lo dobbiamo a quei pionieri che, come Tacci, hanno scritto le prime pagine di questa storia. 

Non si è davvero piloti se non si è affrontata almeno una volta la Monte Erice. Ed è con questo spirito che abbiamo voluto celebrare chi per primo ha domato queste curve”.

Una celebrazione doverosa, che ricorda come ogni curva della Monte Erice non sia solo una sfida al cronometro, ma un passaggio dentro la storia stessa del motorsport italiano.



domenica 24 agosto 2025

RIOLO CONQUISTA GUBBIO SOTTO LA PIOGGIA: SPETTACOLO E COLPI DI SCENA AL 60° TROFEO LUIGI FAGIOLI

Il 60° Trofeo Luigi Fagioli regala emozioni forti a Gubbio: Riolo trionfa nella pioggia e fa suo il 4° Raggruppamento.

Il fascino senza tempo della velocità in salita e la storia dell’automobilismo si sono incontrati ancora una volta lungo i tornanti che da Gubbio portano a Madonna della Cima, in occasione del 60° Trofeo Luigi Fagioli, valido come quinto appuntamento del Campionato Italiano Velocità Salita Autostoriche (CIVSA). Una due giorni avvincente, resa ancor più insidiosa da un meteo incerto che ha reso gara 2 particolarmente spettacolare e imprevedibile.

A prendersi la scena è stato Totò Riolo, che sulla PRC A6 BMW ha conquistato il successo assoluto nella Coppa Città di Gubbio e la vittoria nel 4° Raggruppamento con il tempo aggregato di 4’21”24. Per il veterano siciliano, pluricampione e simbolo delle salite tricolori, si tratta del primo successo personale proprio sul tecnico e selettivo tracciato umbro, in una domenica d’esordio al Trofeo Fagioli da incorniciare.
A seguirlo in classifica di raggruppamento e anche in una virtuale assoluta, Piero Lottini sull’Osella PA9/90 e Thomas Rossi su Peugeot 205 Rallye, protagonisti di un acceso duello soprattutto in gara 2, condizionata dalla pioggia e dagli attacchi dell’agguerrito Andrea Lapi, anche lui su 205.
Nel 5° Raggruppamento, il migliore è stato Eugenio Barbone su Dallara F393. Da segnalare la sfortuna per Antonio Angiolani: il marchigiano, dominatore di gara 1 con la sua March 783 F3 Toyota, è finito contro le barriere a pochi metri dal traguardo in gara 2, vedendo sfumare una possibile vittoria.
Nel combattuto 3° Raggruppamento, Giuliano Peroni ha fatto sua gara 1 con l’Osella PA8/9 BMW davanti a Marco Gentili (Fiat X1/9), ma nella seconda salita – corsa su fondo bagnato – è stato Erwin Morandell, anche lui su X1/9, a prendersi la rivincita e il successo aggregato di categoria. A completare il podio il costante Gianluca Grossi su Triumph Dolomite Sprint.
Nel 2° Raggruppamento, vittoria meritata per Marco Stella su Alfa Romeo Sprint GTV, bravo a contenere la rimonta di Gianluca Calari, vincitore in gara 2 ma secondo nella somma dei tempi. A chiudere il quadro delle storiche, nel 1° Raggruppamento ha brillato il nisseno Massimo Giuseppe Ferraro, impeccabile con la sua Lancia Zagato e confermando il passo già visto nelle prove.

CIVM Nord-Sud: Esposito e Palmisano tra i protagonisti

Accanto al Trofeo Fagioli si è corso anche il round del Campionato Italiano Velocità Montagna Nord/Sud, che ha visto imporsi il campano Cataldo Esposito su Radical SR4 con un crono totale di 4’00”15, davanti a Orazio Maccarrone (Gloria C7) e Danilo D’Ambrosio (Lola Dome).
Tra le Bicilindriche, la pioggia di gara 2 ha rimescolato le carte in tavola: a festeggiare è stato Gino Palmisano (Fiat 500) in 5’06”00, davanti ad Angelo Mercuri (Fiat 500) e Francesco Colabello (Fiat 126). Carlo Rumolo, vincitore di gara 1, non è partito nella seconda salita ma si è comunque consolato con il miglior tempo parziale su Mercuri nella prima manche.

Nel Campionato Italiano Supersalita Faggioli trionfa nella seconda manche e conquista il 19° titolo tricolore.

Colpo di scena nel Campionato Italiano Supersalita, con il meteo che ha stravolto strategie e gerarchie nella prima manche, costringendo molti big, tra cui Simone Faggioli, a partire con l’asfalto ormai bagnato. Una scelta obbligata che ha penalizzato il campione toscano, autore di un tempo prudente per non compromettere il risultato complessivo.

Ma nella seconda salita, con il tracciato tornato asciutto, Faggioli ha imposto il suo ritmo implacabile: al volante della Nova Proto NP 01 ha segnato il miglior crono di giornata in 1’35”29, staccando nettamente gli avversari e mettendo tutti d’accordo sul piano della prestazione pura. Un’affermazione che non solo gli ha permesso di dominare gara 2, ma che ha anche sancito la conquista matematica del suo 19° titolo di Campione Italiano, confermando un dominio tecnico e mentale che dura da quasi due decenni.

Pur non vincendo la classifica assoluta per somma dei tempi, andata a Ivan Pezzolla, avvantaggiato dalle condizioni favorevoli della prima manche, Faggioli esce da Gubbio con il sigillo che più conta: quello di un campione che sa vincere anche nei weekend più complessi.




60° TROFEO LUIGI FAGIOLI: LA PIOGGIA SCONVOLGE I PIANI, PEZZOLLA VINCE A SORPRESA!

Colpo di scena al 60° Trofeo Luigi Fagioli: il meteo scompiglia i piani nel Campionato Italiano Supersalita
Pioggia, scelte tattiche e un finale inaspettato. Il 60° Trofeo Luigi Fagioli, sesta prova del Campionato Italiano Supersalita, ha regalato emozioni forti e un esito che nessuno avrebbe potuto prevedere alla vigilia. La gara, valida anche per il Campionato Italiano Velocità Montagna (zona Nord e Sud) e per il Campionato Italiano Velocità Salita Autostoriche, è stata fortemente condizionata da un meteo ballerino che ha stravolto strategie e classifiche.













Un tracciato diviso in due… da asciutto a bagnato per colpa del cielo.

A rendere insolita l’edizione 2025 della celebre cronoscalata di Gubbio ci ha pensato la pioggia, che nella prima manche ha diviso in due momenti la corsa: prima e durante la precipitazione. La prima manche è infatti iniziata con cielo coperto, ma relativamente stabile. Alcuni concorrenti sono riusciti a partire nei primi minuti, sfruttando condizioni ancora ottimali, mentre altri, più cauti, hanno preferito restare nel paddock in attesa di un miglioramento, scegliendo di disputare solo la seconda manche.

A spuntarla nella classifica provvisoria al termine della prima salita è stato Filippo Ferretti su Wolf GB 08 Thunder, autore di uno straordinario 1’43”33, tempo che lo ha messo in cima al gruppo. Alle sue spalle, distanziato di appena 27 centesimi, Ivan Pezzolla, anche lui su Wolf. Terzo gradino del podio virtuale per Michele Carbone, che con la sua Osella PA 21 JRB ha chiuso in 1’46”52.

Top 5 completata da Michele Gregori (Nova Proto NP 03) e da un sorprendente Giuseppe Aragona, capace di portare la sua Volkswagen Golf fino al quinto posto assoluto, tenendo testa — grazie alla pioggia — ai prototipi solitamente più veloci.

Grande attesa, ovviamente, per Simone Faggioli, grande favorito della vigilia, che aveva dominato le due salite di prova del sabato. Ma il meteo ha tradito anche lui: partito quando il tracciato era ormai bagnato, il fiorentino ha dovuto accontentarsi di un prudente 2’01”60, che lo ha relegato in 29ª posizione. Una scelta obbligata per non compromettere il campionato, ma che lascia l’amaro in bocca ai tanti tifosi accorsi solo per lui.

Seconda manche: Faggioli risponde e conquista il titolo italiano 

Nella seconda manche, disputata in condizioni di asfalto asciutto, è ancora una volta Simone Faggioli a imporsi con autorità assoluta. Il pilota toscano, al volante della sua Nova Proto NP 01, ha fermato il cronometro sull’1’35”29, lasciando dietro di sé tutti gli avversari con un margine netto e inequivocabile.
Una prestazione impeccabile che, oltre a consegnargli la vittoria di manche, gli vale anche la certezza matematica del suo 19° titolo di campione italiano.

Alle sue spalle si piazza Sebastian Petit, anch’egli su Nova Proto NP 01, con un tempo di 1’38”68, accusando un distacco di 3”39 dal leader. Terzo gradino del podio per Giancarlo Maroni, sempre su Nova Proto NP 01, con 1’39”92, a 4”63 da Faggioli.

Franco Caruso, quarto in classifica, precede Achille Lombardi, quinto con la sua Osella PA 30, autore comunque di una prova solida in 1’40”41. 

Subito dietro si piazza Andrea Di Caro, all’esordio a Gubbio: in ottica campionato aveva deciso di non prendere il via nella prima manche, ma nella seconda salita, al volante della Nova Proto NP 03 Aprilia, ha fermato il cronometro su 1’40”55. Un tempo che gli vale il record del tracciato per le vetture con motore motociclistico e il titolo di campione italiano della categoria.

Tra le curiosità di questa manche, da segnalare la prestazione di Luigi Fazzino, nono assoluto, che porta la sua Osella PA 2000 Turbo nella top ten con un tempo di 1’42”93, gestendo con intelligenza la gara in condizioni finalmente favorevoli.

Record e titoli: tutti i protagonisti delle varie categorie 

Nel gruppo CN dei prototipi, come da pronostico, si è acceso un duello serrato sul filo dei decimi tra le Osella PA21 Honda. A imporsi è stato Gianni Urbani, esperto pilota umbro, che ha coronato con il successo casalingo una prestazione maiuscola iniziata con le prove del sabato. Secondo posto per Alberto Scarafone, che con questo risultato si è comunque laureato campione italiano di categoria proprio sul traguardo di Gubbio.

Nel gruppo E2SH, Manuel Dondi ha centrato una vittoria pesante al volante della sua Fiat X1/9 motorizzata Alfa Romeo, precedendo il calabrese Rosario Iaquinta su Lamborghini Huracán ST Evo e il campione in carica Marco Gramenzi, terzo con l’Alfa Romeo 4C MG-AR01 Furore.

Nel gruppo GT, Marco Iacoangeli ha celebrato nel miglior modo il trentennale del suo esordio proprio a Gubbio, imponendosi al volante della BMW Z4 GT3. Lucio Peruggini ha risposto con la vittoria in gara 2 e il secondo posto assoluto, laureandosi campione italiano della 1ª Divisione al volante della Ferrari 488 Challenge Evo. Sul podio anche i campani Giuseppe D’Angelo (Ferrari 488 Challenge) e Giovanni Del Prete, tornato al Trofeo Fagioli con la nuova e promettente Ferrari 296 Challenge.

Spettacolare anche la categoria TCR, che ha vissuto una sfida tutta interna tra le Audi RS3 LMS. A spuntarla è stato il campano Salvatore Tortora, campione in carica, decisivo nella seconda manche su fondo umido. Il bresciano Luca Tosini, vincitore nella prima manche, ha chiuso secondo nella classifica aggregata. Il pilota di casa Alessandro Picchi, su Peugeot 308, rallentato in gara 1 da un guasto tecnico, ha centrato un importante secondo posto in gara 2, davanti a Tosini e alle spalle di Tortora.

Nel gruppo E1, Giuseppe Aragona ha ribadito la propria supremazia, mettendo in mostra tutta la competitività della sua straordinaria VW Golf, chiudendo gara 1 nella top-5 assoluta prima dell’arrivo della pioggia.

In Racing Start Cup, il ritorno in salita di Andrea Palazzo è stato segnato da una vittoria di forza. Il pilota pugliese, oggi pistard a tempo pieno, ha primeggiato su Peugeot 308 davanti alle Mini Cooper di Giovanni Tagliente e Gianni Loffredo. Sfortunata Anna Maria Fumo, leader di classifica: un fuoripista all’ultimo tornante di gara 1 l’ha estromessa dalla top-10.

Grande attesa anche in RS Plus per il duello tra i fasanesi Oronzo Montanaro e Giacomo Liuzzi, entrambi su Mini Cooper. Dopo un confronto serrato in gara 1, Montanaro ha fatto la differenza aggiudicandosi entrambe le manche, risultato che gli consente di balzare in testa alla classifica tricolore. Sul podio di gruppo anche Andrea Currenti e Roberto Megale, protagonisti con le Peugeot 106 aspirate. Ottima la prestazione di Deborah Broccolini, che sull’asfalto umido di gara 2 ha conquistato la vittoria di classe 1.6 turbo con la sua Mini Cooper.

Nella categoria RS, Giovanni Angelini ha conquistato il titolo italiano di categoria al volante della Honda Civic, precedendo sul podio l’emergente calabrese Antonio Aquila e Davide Gabrielli, entrambi su Seat Leon ST. In classe 1600 si è registrato un raro ex aequo in gara 1 tra Kristian Fiorucci e Cosimo Laghezza. A decidere le sorti è stata gara 2, nella quale il giovane eugubino Fiorucci ha trovato lo spunto decisivo, imponendosi con la sua Mini Cooper davanti al pugliese Laghezza (Peugeot 308).

Tra le vetture aspirate, l’Umbria ha brillato: dopo il ritiro di Vito Dileo in gara 1, Lodovico Manni ha vinto in rimonta gara 2 su Renault Clio, approfittando dell’asfalto umido. Il pilota di Todi, che nel 2024 era arrivato secondo, ha conquistato il successo per appena 2 centesimi su Giulio Panteghini (Honda Civic), vincitore di gara 1. Terzo posto per Francesco Cicalese, anche lui su Honda Civic.

Podio assoluto per somma dei tempi:

1° Ivan Pezzolla             Wolf GB 08 Thunder 
2° Michele Gregori.       Nova Proto NP 03
3° Simone Faggioli.      Nova Proto NP 01
















martedì 5 agosto 2025

MONTE ERICE: L'ESSENZA DELLA CORSA IN SALITA TRA MITO, MARE E MEMORIA

Tra le strade che definiscono l’anima del motorsport italiano, poche evocano fascino e storia quanto la cronoscalata Monte Erice. Da oltre 70 anni, questo suggestivo tracciato in provincia di Trapani è molto più di una gara: è un patrimonio di passione, memoria e tecnica che affonda le sue radici nella storia delle competizioni su strada.

Una gara tra mare e mito.

Immersa nel paesaggio mozzafiato della Sicilia occidentale, la Monte Erice si snoda per 5,7 chilometri da Valderice fino al borgo medievale di Erice, arrampicandosi tra tornanti panoramici e rettilinei da brivido, con vista sul Monte Cofano e sulla baia di Cornino. Il tracciato, con oltre 400 metri di dislivello e curve cieche insidiose, resta uno dei più tecnici e amati del Sud Italia.

Organizzata dall’Automobile Club Trapani, la corsa è una delle tappe più amate del Campionato Italiano Velocità Montagna, del Campionato Siciliano Velocitá in Salita e delle auto storiche. Dal 2023, inoltre, è entrata a far parte del Campionato Italiano Supersalita. Un evento che richiama ogni anno circa 50.000 spettatori, trasformando il tracciato in un’arena a cielo aperto.

Una storia lunga 70 anni.

La prima edizione risale al 1954, con la vittoria di Pasquale Tacci su Alfa Romeo 1900 TI. Da allora, il percorso ha visto sfidarsi generazioni di campioni, leggende come Nino Vaccarella, Enrico Grimaldi, Benny Rosolia e il dominatore delle cronoscalate Mauro Nesti.

Indimenticabile anche Fabio Danti, che nel 1996 scrisse una delle pagine più belle al volante della Skoda Felicia Kit ufficiale, nella categoria Supersalita A1.

Negli anni '90, l'introduzione del gruppo Supersalita rivoluzionò la specialità, portando in gara vetture derivate dal DTM come la BMW M3 e l’Alfa Romeo 155 V6 TI.

Memorabile il duello del 1996 tra Luca Cappellari e Antonino La Vecchia, risoltosi per appena mezzo punto in classifica.


Il rito laico della velocità.

Alla Monte Erice, la corsa comincia molto prima dello start ufficiale: si avverte nei paddock, nel profumo di benzina, nei racconti degli appassionati. La folla che ogni anno si assiepa lungo il percorso non è un semplice pubblico, ma parte integrante dello spettacolo. Ogni passaggio diventa un momento di culto.

Come nel 1997, con Franz Tschager vincitore su Lucchini BMW, Fabio Danti su Skoda Octavia e La Vecchia ancora protagonista con la 155 V6 TI. Ogni staccata era un’esplosione di emozioni, ogni curva una scarica di adrenalina.

L’era Faggioli e il presente.

Dal 2000 in poi, la scena è dominata da Simone Faggioli, undici volte vincitore a Erice, con duelli epici contro Christian Merli, Domenico Scola, Diego Degasperi, e altri big delle cronoscalate. 

Nel 2020, la pandemia ha imposto il silenzio del pubblico, ricordando quanto l’anima di Erice sia anche nella sua gente. Senza di loro, il rombo dei motori sembrava vuoto.

Edizione 2025: l’ultimo atto del campionato.

Quest’anno, la cronoscalata Monte Erice sarà l’ultima e decisiva tappa del Campionato Italiano Supersalita 2025. Dopo i successi stagionali a Vallecamonica, Trento Bondone, Paolino Teodori, Luzzi Sambucina e – salvo sorprese – al Trofeo Luigi Fagioli, Simone Faggioli è pronto a laurearsi Campione Italiano per la 19ª volta tra CIVM e Supersalita: un traguardo che entra di diritto nella storia del Motorsport tricolore.

Una gara che va oltre il cronometro.

Ma la Monte Erice è qualcosa di più di una sfida contro il tempo. È un'esperienza spirituale, un viaggio verticale verso il mito. È un traguardo dell’anima, fatto di curve, ricordi e silenzi rotti solo dal suono dei motori.
La Monte Erice non è solo una corsa. È un luogo dove il tempo si ferma. E riparte, curva dopo curva.