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giovedì 19 maggio 2016

NON È 1000 MIGLIA SE NON C'È LA PIOGGIA

Jacky Ickx, la gara e la pioggia.

Era il 3 giugno del 1984 e per la prima volta, al telegiornale, sentivo parlare di Jacky Ickx, un direttore di gara che al Gran Premio di Montecarlo, aveva esposto la bandiera rossa e quella a scacchi interrompendo la gara al 32° giro per motivi di sicurezza.
Una pioggia intensa aveva reso pericoloso il circuito monegasco.
Alcuni piloti "esperti" come Nigel Mansell, Patrick Tambay e Derek Warwick erano finiti contro il guard rail.
Il "professore" Alain Prost, così era soprannominato, al passaggio davanti al traguardo, alzava la mano per attirare l'attenzione del direttore di gara chiedendo di interrompere la corsa mentre un esordiente pilota brasiliano, Ayrton Senna, iniziava una serie di sorpassi al limite che lo portavano a soli due secondi dal leader Prost.
In seguito, alcune voci di corridoio diranno che la gara era stata interrotta per favorire la vittoria del francese Prost... ma questa è un'altra storia.
Oggi come allora, alla 1000 Miglia, durante le operazioni per la punzonatura, c'è la pioggia, una gara e Jacky Ickx e questa volta anch'io.











sabato 19 ottobre 2013

1000 MIGLIA: 1952-2012

Ne  è  passata  di acqua  sotto  i  ponti,  da  quando  nel  1952  sulla  rampa  di  partenza  di  Viale  Venezia  a  Brescia,  prendevano  il  via,  alla  Mille  Miglia,  per  un  test  che  avrebbe   rivoluzionato  il  sistema  frenante  per  automobili,  Sir  Stirling  Moss  e  Norman  Dewis, all’epoca  ingegnere  capo  di  Jaguar.

Lo  scopo  della  partecipazione  alla  competizione,  la  più  importante  dell’epoca,  fu  testare  il  nuovo  impianto  frenante dotato  di  freni  a  disco,  per  un  probabile impiego  su  larga  scala,  nel  caso  in  cui  avesse  dato i  risultati  previsti.
Dopo  sessanta  anni  gli  stessi  protagonisti,   con  la  medesima  automobile,  la  C-Type XKC  005  e  qualche  anno  in  più,  tornano  a  Brescia  per  festeggiare  quell’evento.

Non  nascondo  di  aver  provato  una  certa  emozione  quando,  con  il  mio  inglese  stentato,   chiesi  a  Sir  Stirling  Moss  qual  era  il  suo  ricordo  più  bello  dell'edizione  1952.
Mi  rispose  raccontandomi  un  aneddoto  curioso:  all'arrivo  a  Brescia,  dopo  aver  percorso  le  1000  miglia  del  tracciato  Brescia  Roma  e  ritorno,  durante  le  verifiche  tecniche  post  gara,  i  commissari  non  abituati  a  vedere  dei  dischi  d'acciaio,  si  chiesero  dove  fossero  finiti  i  tamburi  dei  freni  e  come  aveva  fatto  a  portare  a  termine  la  gara  senza  freni.

giovedì 22 dicembre 2011

"L'ULTIMA 1000 MIGLIA"

Durante un assolato pomeriggio del mese di maggio del 1957, esattamente il 12° giorno, nelle vicinanze del confine fra Mantova e Brescia, sulla strada Goitese, all’altezza della località Guidizzolo, in provincia di Mantova, di ritorno da Roma, stavano disputando la loro gara sulla Ferrari 335 S n. 531, il pilota Alfonso De Portago e il copilota Edmund Gurner Nelson, era una delle più importanti gare dell'epoca, la 1000 MIGLIA.
Una gara stradale che partita da Brescia, si dirigeva verso Roma per ritornare nella città lombarda il    giorno dopo.
Stavano percorrendo l’ultimo tratto di tracciato che portava al traguardo di Brescia, nonostante il fondo stradale fosse sterrato, le auto in gara in quel punto raggiungevano velocità di oltre 240 Km/h.
Si trovano in prossimità dell’abitato del paese di Guidizzolo quando all’improvviso si verifica lo scoppio di uno pneumatico che fece sbandare la macchina di De Portago facendogli perdere il controllo.
Finiti nel fossato a destra ne fuoriuscirono saltando l’intera carreggiata e schiantandosi sul ciglio opposto, dove erano raccolti molti spettatori, un impatto violentissimo che travolge dieci persone tra cui cinque bambini uccidendoli sul colpo, perdono la vita anche De Portago e Nelson.
La vittoria "amara" va al pilota Piero Taruffi su Ferrari     315 S spyder Scaglietti.
Sarà l'ultima 1000 MIGLIA in cui bisognava "tenere giù il piede" sull'acceleratore.
In seguito a quella tragedia le corse motoristiche di velocità su strada furono quasi totalmente abolite sull'intero territorio nazionale.
Persino la XII Milano - Taranto, che si sarebbe dovuta svolgere 10 giorni dopo, fu annullata. Tra le eccezioni, il Gran Premio di Pescara del 1957 che fu mantenuto in quanto parte del calendario internazionale di Formula 1.

mercoledì 21 dicembre 2011

1000 MIGLIA

Le origini della Mille Miglia risalgono agli inizi del XX secolo, quando nel 1927 il nuovo ordinamento dell’Automobile Club d’Italia, affidava alle varie sedi provinciali la riscossione delle tasse automobilistiche e la costituzione di una sede del Pubblico Registro Automobilistico locale. Ecco quindi la necessità di “separare” la città di Brescia da quella di Milano e per tanto dall’Automobile Club del capoluogo lombardo.
Tuttavia il legame automobilistico sportivo con la città di Milano si era man mano logorato.
Dopo il 1922, anno in cui, dopo l’esperimento del primo Gran Premio d’Italia che Arturo Mercanti direttore dell’A.C.M. aveva organizzato l’anno precedente sul circuito di Montichiari, la gara, venne disputata sul nuovissimo circuito di Monza, l’anno successivo, costruito a tempo di record nel parco della villa reale, facendo tesoro dell’esperienza di alcune soluzioni tecniche quali le curve sopraelevate, già sperimentate a Ghedi.
I bresciani, affezionati ormai a quella gara, vissero l’episodio come un grave affronto soprattutto perché il motorismo sportivo italiano, nel loro territorio, aveva dato origine a una delle più importanti gare dell’epoca: la Brescia - Cremona - Mantova - Verona - Brescia di circa 220 km riservata alle automobili.
Nel 1904, sempre in provincia di Brescia, all’interno della manifestazione la “Settimana motoristica”, si disputa la Coppa Florio sulla piana di Montichiari e alcune gare di motonautica sul lago di Garda, così come per il “Circuito aereo” di Brescia dove nel 1909 fu disputata la prima gara in assoluto in Italia tra aeroplani.
Presi dalla voglia di competizione, i dirigenti del neonato Automobile Club Brescia, come il presidente Franco Mazzotti e il vicepresidente conte Aymo Maggi, assieme a politici dell’epoca come l’onorevole Alfredo Giarratana e Innocente Dugnani, e altri ancora come Renzo Castagneto e Aldo Finzi cominciano a elaborare un progetto.
Si sviluppò nella loro idea la creazione di una manifestazione spettacolare, che celebrasse la raggiunta autonomia da Milano, e “vendicasse” l’offesa subita. Aldo Finzi, abile organizzatore di eventi motoristici e segretario generale dell’A.C.B. venne affiancato dal barone Flaminio Monti.
L’idea più logica fu pensare ad una gara di velocità su lunga distanza, riservata alle vetture di serie.
Bisognava scegliere il luogo adatto affinché l’evento risultasse di grande rilievo: poiché all’epoca era di moda fare confluire tutto nella capitale Roma, in prima battuta si pensò ad una gara chiamata, Brescia Roma.
Dopo qualche riflessione, si resero conto che così Brescia avrebbe avuto solo un vantaggio relativo, allora pensarono ad una versione di Brescia Roma Brescia, andata e ritorno, ma il nome era troppo lungo e sembrava quasi uno slogan per un viaggio in treno, più che una competizione automobilistica.
Ad un certo punto, ecco l’idea geniale.
Franco Mazzotti chiese ai colleghi che stavano conteggiando i chilometri che le auto avrebbero dovuto percorrere, quale fosse la distanza da completare; la risposta fu “circa 1600 chilometri”. Mazzotti, dopo i suoi viaggi in America, si era abituato a considerare le distanze in miglia anziché in chilometri, ed esclamò convinto “MILLE MIGLIA”.