Monte Erice, la Regina che non si piega: perché la cronoscalata simbolo del Motorsport italiano non può uscire dal Supersalita.
In una nota inviata in esclusiva a RacingLife.it, il Presidente Pellegrino usa parole forti a difesa della gara ericina.
Monte Erice, la Regina che non si piega: perché la cronoscalata simbolo del Motorsport italiano non può uscire dal Supersalita.
In una nota inviata in esclusiva a RacingLife.it, il Presidente Pellegrino usa parole forti a difesa della gara ericina.
Tra le strade che definiscono l’anima del motorsport italiano, poche evocano fascino e storia quanto la cronoscalata Monte Erice. Da oltre 70 anni, questo suggestivo tracciato in provincia di Trapani è molto più di una gara: è un patrimonio di passione, memoria e tecnica che affonda le sue radici nella storia delle competizioni su strada.
Una gara tra mare e mito.
Immersa nel paesaggio mozzafiato della Sicilia occidentale, la Monte Erice si snoda per 5,7 chilometri da Valderice fino al borgo medievale di Erice, arrampicandosi tra tornanti panoramici e rettilinei da brivido, con vista sul Monte Cofano e sulla baia di Cornino. Il tracciato, con oltre 400 metri di dislivello e curve cieche insidiose, resta uno dei più tecnici e amati del Sud Italia.
Organizzata dall’Automobile Club Trapani, la corsa è una delle tappe più amate del Campionato Italiano Velocità Montagna, del Campionato Siciliano Velocitá in Salita e delle auto storiche. Dal 2023, inoltre, è entrata a far parte del Campionato Italiano Supersalita. Un evento che richiama ogni anno circa 50.000 spettatori, trasformando il tracciato in un’arena a cielo aperto.
Una storia lunga 70 anni.
La prima edizione risale al 1954, con la vittoria di Pasquale Tacci su Alfa Romeo 1900 TI. Da allora, il percorso ha visto sfidarsi generazioni di campioni, leggende come Nino Vaccarella, Enrico Grimaldi, Benny Rosolia e il dominatore delle cronoscalate Mauro Nesti.
Indimenticabile anche Fabio Danti, che nel 1996 scrisse una delle pagine più belle al volante della Skoda Felicia Kit ufficiale, nella categoria Supersalita A1.
Negli anni '90, l'introduzione del gruppo Supersalita rivoluzionò la specialità, portando in gara vetture derivate dal DTM come la BMW M3 e l’Alfa Romeo 155 V6 TI.
Memorabile il duello del 1996 tra Luca Cappellari e Antonino La Vecchia, risoltosi per appena mezzo punto in classifica.L'assenza dal CIVM 2023 sarebbe una grave perdita per tutto il circus delle cronoscalate, piloti, team, appassionati, tifosi, ecc....
Tuttavia, la sicurezza deve essere sempre la priorità assoluta ed è giusto, a mio parere, che i tracciati vengano periodicamente aggiornati.
Ho letto, in questi giorni, su diverse pagine social del settore che i secolari muretti che delimitano la carreggiata debbano essere ricostruiti, previa demolizione, in calcestruzzo armato o materiali simili, ciò al fine di contenere eventuali auto che dovessero finirvi contro.
È evidente che una tale opera di demolizione e ricostruzione, nel rispetto dell'estetica esistente, richieda una tempistica lunga e laboriosa al punto da rischiare la Monte Erice 2023.
Probabilmente potrebbero esserci altre soluzioni, meno dispendiose, sia economicamente che temporale.
Da appassionato delle cronoscalate ed in particolare della Monte Erice, ho prodotto uno schizzo che potrebbe essere una idea da cui partire per la risoluzione del problema.
L'applicazione di un guard-rail rimovibile che non danneggi o interessi i muretti esistenti, così come avviene in altre gare in Italia ed in Europa.Potrebbe essere con due file a partire dalla estremità superiore del muretto, oppure con quattro, a partire dalla pavimentazione stradale a garanzia di una maggiore sicurezza.