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lunedì 16 giugno 2025

LE MANS 2025: IL RISCATTO DI KUBICA E IL TRIONFO FERRARI

Vincere la 24 Ore di Le Mans non è mai un’impresa facile: serve una macchina impeccabile, una squadra affiatata, una strategia perfetta e, soprattutto, un trio di piloti straordinari che si alternano al volante senza mai perdere la concentrazione durante 24 ore di gara ininterrotta. Negli ultimi tre anni, la Ferrari ha dominato questa sfida leggendaria, e la vittoria alla 93ª edizione di questa iconica maratona automobilistica ne è stata un’ulteriore conferma.

La Ferrari 499P numero 83 del team AF Corse, partner della casa di Maranello, ha scritto un’altra pagina memorabile della sua storia grazie a un equipaggio di campioni: Robert Kubica, Ye Yifei e Phil Hanson. 

Tra loro, Kubica brilla con un fascino particolare, raccontando una storia che va ben oltre il semplice successo sportivo.
Il pilota polacco di Cracovia, un tempo promessa fulgida della Formula 1, ha vissuto una carriera segnata da gravi incidenti e momenti drammatici. Kubica ha rischiato la vita più volte, sia in F1 che nel rally, dove un terribile incidente gli ha inflitto ferite gravi, mettendo a rischio la sua carriera. Eppure, la sua storia è un inno alla volontà indomita, alla passione senza compromessi e al desiderio profondo di dimostrare a se stesso e al mondo che il suo talento non si era spento.

A quarant’anni, Kubica è tornato ai vertici dello sport motoristico, dominando la gara più dura e prestigiosa del pianeta. La vittoria alla 24 Ore di Le Mans 2025 non è solo un trionfo tecnico e sportivo per la Ferrari, ma anche un successo personale per un uomo che ha sfidato il destino… e ha vinto.

In un mondo dove spesso giovinezza e freschezza sembrano condizioni imprescindibili per il successo, Kubica ha dimostrato che, con tenacia e passione, si possono superare le prove più difficili. Ferrari e il suo equipaggio hanno celebrato non solo una vittoria in pista, ma anche una testimonianza di coraggio e resilienza destinata a restare nella storia del motorsport.

Foto: fonte web 

KIMI ANTONELLI, IL NUOVO CUORE TRICOLORE DELLA FORMULA 1

L’Italia torna a far battere il cuore dei tifosi della Formula 1 grazie a Kimi Antonelli, autore di una prestazione magistrale che gli vale il primo podio in carriera. 

Sul tracciato di Montréal, il 18enne talento bolognese chiude in terza posizione, diventando il più giovane italiano di sempre a salire sul podio nella massima serie, nonché il terzo più giovane nella storia della F1, dietro a Max Verstappen e Lance Stroll.

Alla sua decima gara in Formula 1, partito dalla quarta posizione, il pilota Mercedes ha mostrato una maturità da veterano: partenza impeccabile, gestione del passo gara da manuale e nervi saldi nei momenti cruciali. Antonelli ha addirittura superato Verstappen in una fase decisiva della corsa, difendendo con grinta la posizione fino alla bandiera a scacchi. A vincere è stato George Russell, ma il protagonista assoluto del weekend canadese è proprio il giovane italiano, che riporta l’Italia sul podio dopo 15 anni di assenza, dai tempi di Jarno Trulli nel 2009.

Weekend amaro per la McLaren, che ha visto sfumare una possibile doppietta a causa di un contatto tra compagni di squadra. Nel tentativo di attaccare Antonelli per il podio, Piastri e Norris si sono ostacolati: il primo ha perso tempo prezioso, il secondo è stato costretto al ritiro. Un errore pesante, che costa punti importanti in chiave mondiale e lascia il team di Woking con più di qualche rammarico.

E se la Ferrari dell’endurance festeggia la vittoria alla 24 Ore di Le Mans, quella della Formula 1 vive un weekend da dimenticare in Canada. Sul tracciato di Montréal è apparsa completamente fuori ritmo: Charles Leclerc ha chiuso quinto, penalizzato da strategie discutibili, mentre Lewis Hamilton ha concluso sesto.
Solo una Safety Car nei giri finali ha evitato un passivo ancora più pesante. Il Cavallino si ritrova così in una fase critica della stagione, con prestazioni ben lontane dalle aspettative.


domenica 15 giugno 2025

48ª CATANIA-ETNA: DUELLO AL MILLESIMO TRA CONTICELLI E CASSIBBA

Quando il cronometro diventa giudice supremo, e i decimi si fanno eterni, la passione per le cronoscalate raggiunge il suo apice. È esattamente ciò che è accaduto alla 48ª edizione della Cronoscalata Catania-Etna, dove Francesco Conticelli e Samuele Cassibba hanno dato vita a una sfida mozzafiato, degna dei migliori duelli sportivi. Una battaglia decisa in poco più di tre secondi complessivi di differenza ma vissuta metro dopo metro con tensione e adrenalina.

Il weekend etneo ha mostrato il meglio delle salite italiane: tecnica, talento e coraggio si sono intrecciati lungo i tornanti che portano al vulcano. 

Conticelli, al volante della Nova Proto NP01, ha compiuto una vera impresa ribaltando i pronostici che fino al sabato lo vedevano inseguitore. 

Cassibba, infatti, aveva dominato le prove, mostrando un passo invidiabile. Ma la gara, si sa, è un'altra storia.
In Gara 1, il marsalese ha stupito tutti con un tempo straordinario di 3’01”86, scavando un solco che si è rivelato decisivo. 
Cassibba ha reagito in Gara 2, firmando il miglior tempo in 3’06”58, ma non è bastato. Il margine accumulato da Conticelli ha tenuto: il suo crono totale di 6’08”66 ha chiuso i giochi, regalando al siciliano il primo trionfo nella classica etnea con 3”36 di vantaggio.

Una sfida tra titani siciliani decisa sul filo dei millesimi, che ha infiammato il Campionato Italiano Velocità Montagna zona Sud e il Campionato Siciliano, confermando l’altissimo livello dei protagonisti e l’imprevedibilità di una disciplina che non ammette errori.

Alle spalle del duello al vertice, il terzo gradino del podio è stato conquistato da Luigi Fazzino, autore di una prova in crescendo con la sua Osella PA2000. Il giovane melillese ha saputo gestire al meglio la pressione, portando a casa non solo il bronzo assoluto ma anche la vittoria nella classe 2000, dimostrando maturità e progressi continui.

A seguire, il gruppo degli inseguitori ha dato vita a un’altra gara nella gara, con Agostino Bonforte quarto assoluto e miglior interprete della classe 1600, davanti a un sempre combattivo Antonino Salamone, Francesco Ferragina e Antonino Rotolo. Un mix di esperienza e nuove leve che conferma quanto il vivaio siciliano sia vivace e competitivo.

Non è passata inosservata nemmeno la prestazione di Orazio Maccarone, che ha dominato la categoria TMSC-SS con la sua Gloria Cp7,  né quella di Concetto La Spina, primo tra le CN al volante della Norma M20F/3000. A chiudere una top ten tutta da applausi ci ha pensato Carmelo Martella, sempre consistente su Osella PA21 JRB/1600.

Foto: fonte web 

LE MANS 2025: FERRARI SCRIVE LA LEGGENDA CON LA #83 DI AF CORSE

La 24 Ore di Le Mans 2025 verrà ricordata come una delle edizioni più intense, combattute ed emozionanti di sempre. E soprattutto, come la corsa che ha consegnato alla Ferrari la sua terza vittoria consecutiva nella maratona più famosa del motorsport mondiale. 

Un successo che profuma di leggenda, non solo per la storicità del risultato, ma anche e soprattutto per il modo in cui è arrivato: grazie alla 499P #83 del team cliente AF Corse.

Al termine di 24 ore infuocate e incerte fino all’ultimo giro, è stato Robert Kubica a tagliare per primo il traguardo.

Accanto a lui, sul gradino più alto del podio, Yifei Ye e Phil Hanson, co-piloti di un’impresa che rappresenta molto più di una vittoria sportiva: è la conferma che il progetto Ferrari Hypercar è solido, vincente e in grado di trionfare anche oltre i confini del team ufficiale.
Bastano due cifre a spiegare la tensione della gara: 30 secondi. Tanto (o meglio, poco) ha separato la #83 dalla prima inseguitrice al termine di una giornata intera di duelli, strategie e imprevisti.

A minacciare il dominio rosso è stata la Porsche #6 ufficiale di Campbell, Vanthoor ed Estre. Ma nemmeno la brillante strategia di Stoccarda è bastata a scalfire la determinazione del trio di AF Corse.

Terzo gradino del podio per la Ferrari #51 di Calado, Giovinazzi e Pier Guidi, campioni uscenti e protagonisti di un duello interno accesissimo con la "sorella" #50. 
Un testacoda di Pier Guidi ha probabilmente fatto sfumare la doppietta ufficiale, ma non ha tolto brillantezza a una prestazione comunque solida e coraggiosa.

Il volto simbolo di questa edizione non può che essere quello di Robert Kubica. A 40 anni, con una carriera segnata da alti, bassi e una rinascita da libro, il polacco ha finalmente conquistato Le Mans, il grande obiettivo mancato nel 2021, quando fu beffato all’ultimo giro in LMP2. 
Il suo stint finale è stato un concentrato di classe, esperienza e sangue freddo. Una rivincita, ma soprattutto un nuovo capitolo di un racconto sportivo unico.

Con tre vittorie consecutive, ciascuna con una vettura diversa (#51 nel 2023, #50 nel 2024 e ora #83 nel 2025), la Ferrari Hypercar 499P si consacra come uno dei progetti più riusciti e longevi nella storia recente dell’endurance. 

La vittoria di AF Corse dimostra la profondità e la qualità del programma Ferrari, capace di condividere tecnologia e know-how con i team clienti senza perdere un briciolo di competitività.

Dietro le rosse e la Porsche #6, ha chiuso una sorprendente Cadillac #12, autrice della pole position del giovedì e protagonista di una gara solida. 
Delude invece la Toyota #7, mai realmente in partita e lontana dai fasti degli anni passati.

Questa non è solo una vittoria per la Ferrari, è l’ennesima consacrazione di un progetto tecnico e sportivo costruito con visione, pazienza e passione. 
A Maranello, il successo della #83 viene vissuto come una vittoria corale: del team AF Corse, dei piloti, degli ingegneri, e di un marchio che continua a scrivere la storia dell’endurance con il suo DNA da corsa.

Foto: fonte web 



domenica 8 giugno 2025

FAGGIOLI RE DEL BONDONE, MERLI PADRONE D'EUROPA

L’attesa era alle stelle, lo spettacolo pure. La 74ª edizione della leggendaria Trento-Bondone, la cronoscalata più lunga e affascinante del panorama europeo, non ha deluso le aspettative. Sotto il sole di inizio giugno e davanti a un pubblico numeroso e appassionato, la gara organizzata dalla Scuderia Trentina in collaborazione con l’Automobile Club di Trento, che proprio quest’anno celebra i suoi 100 anni, ha scritto una nuova pagina memorabile nella storia delle salite.

Teatro di questa edizione è stata una sfida dal sapore continentale: oltre alla validità per il Campionato Italiano Supersalita, la cronoscalata trentina ha assegnato punti anche per il Campionato Europeo della Montagna. Un doppio palcoscenico, un solo copione: adrenalina pura.

Ad imporsi su tutti è stato il toscano Simone Faggioli, che ha letteralmente dominato la scena al volante della sua Nova Proto NP01. Il pilota fiorentino ha messo in riga la concorrenza con una prestazione impeccabile, (9'02"056), conquistando il gradino più alto del podio sia per la classifica assoluta che per quella del Campionato Italiano. Una vittoria netta, mai in discussione, che conferma ancora una volta il suo status di fuoriclasse assoluto della montagna.

 

Alle sue spalle, l'idolo di casa Christian Merli, su Nova Proto Cosworth, pentacampione europeo e autentico maestro della Trento Bondone. Il trentino, secondo nella classifica generale a 12"242, ha però potuto gioire con il successo nella graduatoria continentale, davanti al francese Kevin Petit, quarto assoluto e secondo nella classifica europea. Un podio europeo prestigioso, che ribadisce il valore internazionale della cronoscalata e dei suoi protagonisti.

Un risultato che, come dichiarato dallo stesso Merli, ai microfoni di Racing Life, alla vigilia, era sostanzialmente previsto: il suo propulsore Cosworth, infatti, sconta circa 40 cavalli di svantaggio rispetto ai motori turbo. Nonostante questo divario tecnico, il campione trentino ha saputo massimizzare ogni risorsa, conquistando il miglior risultato possibile e regalando ai suoi tifosi un’altra grande impresa sul Bondone.

Tra i protagonisti più applauditi anche un altro beniamino locale, Diego Degasperi, che su Norma M20 FC Zytek, ha saputo difendere con onore i colori trentini. Il pilota, esperto conoscitore del Bondone, ha regalato una prestazione solida e carica di grinta, (9'26"336) chiudendo ai piedi del podio assoluto e secondo nella classifica Supersalita, dimostrando ancora una volta di essere tra i migliori interpreti della specialità. Il pubblico lo ha accolto con un affetto travolgente, segno di un legame profondo tra il pilota e questa montagna che sa esaltare i veri specialisti.

Una classifica che, a conti fatti, non sorprende. I due alfieri delle salite italiane erano i grandi favoriti della vigilia e hanno mantenuto le promesse, offrendo al pubblico duelli ad alta quota lungo i 17,3 chilometri del tracciato, tra tornanti, rettilinei e scorci mozzafiato.

Prestazione maiuscola per Thomas Pedrini, che al volante dell’Osella FA 30, ex Merli, dimostra tutto il suo potenziale: chiude quinto assoluto e conquista un importante terzo posto nella classifica del Campionato Italiano Supersalita con il tempo di 9’28”732, segno di una maturità tecnica sempre più evidente.

Scorrendo la top ten, da segnalare il sesto posto assoluto per Achille Lombardi, che occupa la quarta posizione nella graduatoria del Campionato Italiano, alla guida dell’Osella PA30.

Subito dietro, in settima posizione generale, Luigi Fazzino su Osella Turbo 2000, vincitore dell’edizione precedente: per lui, quinto posto nella graduatoria tricolore e settimo in quella continentale.

Ottavo nella generale e sesto nell’Italiano Samuele Cassibba, al debutto con il nuovo motore Judd sulla Nova Proto NP01, autore di una prestazione solida e promettente. Lo segue Andrea Di Caro, nono assoluto nella serie europea e settimo nella classifica Supersalita, primo di classe 1600 con la Nova Proto NP03.

Nel gruppo E2-SH si conferma imbattibile Manuel Dondi, che impone ancora una volta la sua legge con la Fiat X1/9, lasciando dietro la Lamborghini Huracan ST Evo di Rosario Iaquinta. Una prestazione che suggella la supremazia del bolognese tra le silhouette.

Muscoli e spettacolo anche nel Gruppo GT, dove Lucio Peruggini, al debutto con la nuova Ferrari 296 Challenge, fa segnare un perentorio 10'29"522, tenendosi alle spalle le Lamborghini Huracan di Thomas Pichler e Dario Baruchelli e la Porsche 991 di un costante Giuseppe Ghezzi.

Tra le TCR brilla la stella di Alessandro Picchi, che firma un sorprendente 11’06”238 con la Peugeot 308 TCR, battendo due veterani del calibro di Vito Tagliente (Peugeot 308) e Angelo Marino (Seat Leon Cup).

Il Gruppo Rally parla il dialetto di casa: Alessandro Zanolli trionfa sulla Skoda Fabia RS con il tempo di 10’52”805, precedendo i compagni di marca Pietro De Tisi e Renato Paissan. 

Un tris Skoda che certifica, ancora una volta, l’eccellenza tecnica della Casa boema.

Nel Gruppo E1 è dominio netto del calabrese Giuseppe Aragona su Volkswagen Golf Mk7, mentre in RS Cup si conferma regina Anna Maria Fumo: la tarantina centra il secondo successo consecutivo con la sua Peugeot 308 RC.

In RS Plus, vittoria autorevole per Giacomo Liuzzi su Mini Cooper S, che riscatta un weekend iniziato in salita. A completare la festa pugliese tra le RS è Giovanni Angelini, primo con la sua Honda Civic Type R.

La Trento-Bondone si conferma così non solo come un appuntamento imperdibile del motorsport europeo, ma anche come un rito sportivo che unisce passione, tradizione e spettacolo. E dopo una 74ª edizione così, il conto alla rovescia per il 2026 è già iniziato.