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domenica 7 giugno 2020
ANTONINO LA VECCHIA: MONTE ERICE 1997

mercoledì 3 giugno 2020
FABIO DANTI: IL RICORDO DI UN CAMPIONE
Ho avuto il piacere di incontrarlo alcune volte. Ricordo, in particolare, la sua gara alla Monte Erice nel 1996 con la Skoda Felicia Kit: sembrava di assistere a un videogioco, tanto era rapida e precisa la "piccola" Skoda nell’inserirsi in curva e arrampicarsi sui tornanti.
giovedì 19 maggio 2016
NON È 1000 MIGLIA SE NON C'È LA PIOGGIA
Era il 3 giugno del 1984 e per la prima volta, al telegiornale, sentivo parlare di Jacky Ickx, un direttore di gara che al Gran Premio di Montecarlo, aveva esposto la bandiera rossa e quella a scacchi interrompendo la gara al 32° giro per motivi di sicurezza.
Una pioggia intensa aveva reso pericoloso il circuito monegasco.
Alcuni piloti "esperti" come Nigel Mansell, Patrick Tambay e Derek Warwick erano finiti contro il guard rail.
Il "professore" Alain Prost, così era soprannominato, al passaggio davanti al traguardo, alzava la mano per attirare l'attenzione del direttore di gara chiedendo di interrompere la corsa mentre un esordiente pilota brasiliano, Ayrton Senna, iniziava una serie di sorpassi al limite che lo portavano a soli due secondi dal leader Prost.
In seguito, alcune voci di corridoio diranno che la gara era stata interrotta per favorire la vittoria del francese Prost... ma questa è un'altra storia.

mercoledì 24 giugno 2015
24 HP LA PRIMA ALFA
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FOTO FONTE WEB |
martedì 29 aprile 2014
GRAN PREMIO SAN MARINO 1994

venerdì 14 marzo 2014
FORMULA 1: 1950 - 2014
TUTTO CAMBIA
Ne sono passate di stagioni, da quando nel 1950 fu istituito il campionato mondiale di Formula 1 piloti, e con esse scuderie, tecnici, piloti, glorie e sconfitte.
VIDEO
sabato 19 ottobre 2013
1000 MIGLIA: 1952-2012

Non nascondo di aver provato una certa emozione quando, con il mio inglese stentato, chiesi a Sir Stirling Moss qual era il suo ricordo più bello dell'edizione 1952.
martedì 17 aprile 2012
40^ CRONOSCALATA VITTORIO VENETO CANSIGLIO
"La gara infinita"
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Quest'anno si celebra la 40^ edizione della cronoscalata, che da Fregona, dopo un tracciato di circa sei Km, arriva alla piana del Cansiglio, prima gara in calendario del C.I.V.M. 2012.
L'incontro di tutti gli ufficiali di gara è al solito posto, nei locali dell'ex mobilificio Marin di Fregona, anche quest'anno provenienti da diverse regioni d'Italia, Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Veneto, Friuli, ecc...
Noi dell'ACI di Brescia arriviamo all'appuntamento nella mattinata di sabato 14 aprile verso le 8:00, alcuni altri colleghi delle altre sedi sono già arrivati poichè provengono da località meno distanti o perchè sono arrivati la sera del venerdi.
Dopo un breve incontro con il direttore di gara per le ultime direttive, ci rechiamo a ritirare tutto il necessario per la disputa della gara.
Quest'anno gli iscritti sono circa 180, fra auto storiche e moderne, per cui si prevede una gara molto combattuta fra i leader dei due campionati.
La giornata del sabato come previsto prosegue all'insegna del tempo incerto, con nuvole che minacciano pioggia che cade raramente.

Tutto inizia all'insegna del divertimento, come al solito lo spirito che prevale è questo.

Il giorno seguente, domenica 15 aprile, il meteo minaccia pioggia intensa con le sue nuvole gonfie d'acqua.
Avvertito il direttore di gara e il responsabile della sicurezza, dopo diversi sopralluoghi con diverse auto, a velocità diverse si decide di sospendere la corsa fino alle 14:30, nella speranza che un filo di vento spazzi via la nebbia.
Per fortuna eolo soddisfa il desiderio di tutti, piloti ed ufficiali di gara, così alle 14:30 circa si riprende per portare a termine la prima manche.
Sempre sotto la pioggia battente si ricomincia, per la seconda tornata.
Tutti i concorrenti tornati giù, riprendono il via uno dopo l'altro, nell'intenzione di poter fermare il cronometro con un tempo più basso del precedente "giro".
Solo un lieve rischio nella seconda manche, una monoposto in uscita dalla esse in sovrasterzo, rischia di finire contro il guard rail, per fortuna si intraversa in traiettoria senza "toccare", il nostro intervento è inevitabile; in regime di bandiere gialle facciamo transitare il concorrente successivo, Christian Merli, fuori traiettoria, facendo manovrare il pilota protagonista dello spiacevole episodio, che riparte alla conquista del traguardo.
Alle 19:40 la corsa termina al passaggio dell'ultimo concorrente, ancora sotto una pioggia battente che non dà tregua.
40^ Vittorio Veneto Cansiglio video
lunedì 2 aprile 2012
25° RALLY VALLI PIACENTINE
Rumori di uno schianto
Alle corse automobilistiche, si sa, può accadere l'imponderabile. Gare che iniziano in ritardo, pubblico indisciplinato che non tiene conto delle indicazioni dei commissari di percorso che indicano di sistemarsi nelle aree sicure, incidenti più o meno gravi, piloti che tornano a piedi perchè lasciati in panne dal mezzo meccanico e così via, tante piccole facciate di un puzle che messo insieme realizza uno spettacolo, a volte, tanto gradevole quanto curioso, tanto divertente quanto drammatico.
Domenica 31 marzo, al 25° rally Valli Piacentine, gara titolata I.R.C., durante la P.S. 2, in località Ponte Organasco, Cerignale, in provincia di Piacenza, è accaduto quello che non ti aspetti, un incidente, tanto strano quanto curioso che per qualche istante ha percorso la spiacevole strada del dramma.

Immagina un tratto di strada in discesa, una curva a sinistra da percorrere in terza marcia, per un tornante a destra in seconda, il pilota di una Clio R3 che disattende ( questo è quello che lui stesso ha ammesso ) le note dettate dal navigatore, e, invece di scalare in terza, per preparare l'inserimento al tornante successivo pensa "male" di farla in quarta, a pieno gas, ad una velocità che molto probabilmente si aggira intorno a 150 Km orari: l'uscita di strada è inevitabile.
Tutti pensavamo che in quel tratto, all'uscita della curva a sinistra, se vittime di un errore, al massimo, il mal capitato potesse andare dritto per quel breve scorcio di via di fuga per finire in mezzo al bosco.
Dinamica che, se analizzata servendosi di un banale calcolo delle probabilità risultava essere corretta.
Niente di più sbagliato.
Quell'auto, nella sua corsa folle, ha dovuto fare i conti con una variabile, che intervenendo, ha provocato uno schianto dalla dinamica agghiacciante.

Senza quegli alberi, probabilmente, avremmo raccontato di un evento drammatico, poichè, la macchina, nel suo spaventoso viaggio fuori controllo, avrebbe travolto almeno due persone.
Parti dell'auto che volano dappertutto, vetri che ridotti in mille pezzi, cadono come pioggia, addosso alcuni spettatori, le tre ruote staccatesi dalla vettura finiscono a cinquanta metri di distanza, urla di spavento fanno da contorno al frastuono dell' auto.
Dieci interminabili secondi di terribile timore.
Attivate tutte le procedure di messa in sicurezza dell'equipaggio e del tratto di strada protagonista del sinistro, ci rendiamo conto che grazie a Dio si è trattato solo di un grosso spavento.
I due piloti ormai fuori dalla Clio ridotta ad un rottame, sono in grado di orientarsi, il navigatore che è una donna, accusa solo un leggero dolore alla spalla destra: dopo quello che le era accaduto suonava come "ho un leggero prurito alla spalla".
Avvertito il capo prova, attraverso la radio, la P.S. viene sospesa e tutti gli altri concorrenti si portano in trasferimento, alla prova successiva.
Grazie a Dio, tutti i protagonisti di questo spiacevole momento, sono in grado di poterlo raccontare, per cui possiamo dire, che è andata bene.
Rumori di uno schianto!!! video
domenica 11 marzo 2012
MUSEO CASA ENZO FERRARI
Da anni, ormai, la città di Modena non assisteva ad eventi di rilievo internazionale, forse gli ultimi risalgono ai concerti del grande tenore modenese Luciano Pavarotti.
All'inaugurazione del Museo Casa Enzo Ferrari, abbiamo assistito ad uno spettacolo unico nel suo genere, una fila chilometrica, ordinata, in attesa dell'apertura, per la prima visita, per l'occasione gratis, di un museo dedicato al DRAKE, Enzo Ferrari.

Come è solito dire "ne è passata di acqua sotto i ponti" da quel giorno rigido d'inverno del 1918, quando preso dallo sconforto, perché gli avevano rifiutato l'assunzione alla Fiat, si rifugia, piangendo, su una panchina del parco Del Valentino a Torino.
Forse quell'evento, ha reso ancora di più l'uomo Ferrari, unico, nel senso che gli ha conferito la tempra vincente e "testarda" che lo ha contraddistinto.
Da quel giorno, per lui indimenticabile, colleziona una serie di episodi, che lo vedono protagonista assoluto, nel mondo dei motori, da pilota a direttore di scuderia che porta il suo nome, a costruttore di bolidi. Purtroppo l'ascesa al successo, colma di vittorie indimenticabili, a volte, viene segnata da sconfitte nei circuiti e soprattutto dallo drammatico incidente alla Mille Miglia del 1957, dove perdono la vita l'equipaggio di una sua macchina e oltre 10 persone del pubblico.
Fra tutti i riconoscimenti assegnategli, Cavaliere, Commendatore, quella che prediligeva di più era la laurea honoris causa in ingegneria meccanica, conferitagli dall'università di Bologna.

Il museo a lui dedicato, è sicuramente un riconoscimento della città e delle istituzioni pubbliche e private, destinato a diventare una icona, un punto di riferimento per gli appassionati e non solo, a questo tipo di settore.

Adiacente al museo, si trova la casa natale ristrutturata di Enzo Ferrari, dove attraverso un percorso tematico si può esplorare il "MITO FERRARI" uomo e simbolo, attraverso immagini, filmati e documenti.
Museo Casa Enzo Ferrari video
giovedì 22 dicembre 2011
JUAN MANUEL FANGIO
STORIA DI UN PILOTA LEGGENDARIO
Nel cuore del secolo scorso, in un’Argentina segnata da una profonda crisi economica, la famiglia Fangio decise di scommettere sul futuro. Loreto Fangio e Herminia Deramo, animati da una tenacia incrollabile, emigrarono in Sud America alla ricerca di una vita migliore. Una determinazione che, pochi anni dopo, avrebbero trasmesso al loro figlio, Juan Manuel, destinato a diventare una delle più grandi icone della storia dell’automobilismo.
Juan Manuel Fangio nacque il 24 giugno 1911 a San José de Balcarce, nella provincia di Buenos Aires. La sua infanzia fu segnata dalla povertà, ma anche da una precoce consapevolezza del sacrificio. Ancora adolescente, si rimboccò le maniche, affrontando lavori duri nei campi per aiutare la famiglia. Quegli anni temprarono il suo fisico esile e forgiarono la resistenza mentale che più tardi avrebbe fatto la differenza in pista.
Il primo vero contatto con i motori arrivò in una piccola officina meccanica, dove iniziò come apprendista. Era l'inizio del suo viaggio verso l’Olimpo del motorsport. Le prime gare furono lunghi e duri raid su strade polverose e sconnesse, vere e proprie maratone su quattro ruote che esigevano forza, sangue freddo e spirito di sopravvivenza. Fangio imparò in fretta. A stupire, più che la sua velocità, era la sua costanza.
Il destino gli diede la prima
grande occasione nel 1947, durante il Gran Premio di Buenos Aires. Mentre i
grandi campioni europei si contendevano la gloria, Fangio fu invitato a
partecipare a una gara minore. Ma bastò poco perché il suo talento attirasse
l’attenzione. In quell’occasione conobbe Achille Varzi, uno dei mostri sacri
del tempo, che ne riconobbe subito il valore. Da lì, il passo verso l’Europa fu
naturale.
Nürburgring, 4 agosto 1957: l’impresa delle imprese
Quel giorno, sul leggendario circuito del Nürburgring, si correva la sesta prova del Campionato del Mondo. Ventidue chilometri di curve veloci, salite e discese senza sosta. Il circuito più difficile, la corsa più dura. Fangio, ormai 46enne, guidava la sua Maserati contro le Ferrari di Mike Hawthorn e Peter Collins. Dopo tredici giri in testa, una sosta ai box per cambiare gomme e rifornire lo costrinse a perdere oltre un minuto per un problema al fissaggio di una ruota. Rientrò terzo, distante 48 secondi dal duo di testa.
A quel punto, tutto sembrava perduto. Ma Fangio scrisse la storia. Giro dopo giro, girò più veloce dei tempi in qualifica. Recuperava dieci secondi al giro, in una danza magistrale tra i saliscendi del Nürburgring. A tre giri dalla fine superò Collins. Poco dopo, sorpassò anche Hawthorn. Tagliò il traguardo per primo, con pochi secondi di vantaggio, dopo una delle più grandi rimonte della storia dell’automobilismo.
Fu l’ultima vittoria della sua carriera in Formula 1. Ma quel giorno, sul tracciato tedesco, Juan Manuel Fangio non vinse soltanto una gara: entrò nella leggenda.
I 5 Mondiali di Fangio
Un dominio senza precedenti in Formula 1
Anno |
Scuderia |
Vettura |
1951 |
Alfa Romeo |
Alfetta 159 |
1954 |
Mercedes-Benz |
W196 |
1955 |
Mercedes-Benz |
W196 Streamliner |
1956 |
Ferrari |
D50 |
1957 |
Maserati |
250F |
L'eredità del “Maestro”
A più di mezzo secolo di distanza, il nome di Fangio continua a incutere rispetto e ammirazione. Non solo per i numeri — cinque titoli mondiali, 24 vittorie in 52 Gran Premi disputati — ma per lo stile, la sobrietà, la sportività che lo hanno reso un punto di riferimento eterno. In un’epoca in cui l’automobilismo era ancora una sfida tra uomini prima che tra macchine, Fangio fu il migliore di tutti.
Il suo record di titoli resistette per 46 anni, fino all’era Schumacher. Ma per molti, il vero “Re della Formula 1” resta ancora lui: Juan Manuel Fangio, il Maestro.