
Non nascondo di aver provato una certa emozione quando, con il mio inglese stentato, chiesi a Sir Stirling Moss qual era il suo ricordo più bello dell'edizione 1952.
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STORIA DI UN PILOTA LEGGENDARIO
Nel cuore del secolo scorso, in un’Argentina segnata da una profonda crisi economica, la famiglia Fangio decise di scommettere sul futuro. Loreto Fangio e Herminia Deramo, animati da una tenacia incrollabile, emigrarono in Sud America alla ricerca di una vita migliore. Una determinazione che, pochi anni dopo, avrebbero trasmesso al loro figlio, Juan Manuel, destinato a diventare una delle più grandi icone della storia dell’automobilismo.
Juan Manuel Fangio nacque il 24 giugno 1911 a San José de Balcarce, nella provincia di Buenos Aires. La sua infanzia fu segnata dalla povertà, ma anche da una precoce consapevolezza del sacrificio. Ancora adolescente, si rimboccò le maniche, affrontando lavori duri nei campi per aiutare la famiglia. Quegli anni temprarono il suo fisico esile e forgiarono la resistenza mentale che più tardi avrebbe fatto la differenza in pista.
Il primo vero contatto con i motori arrivò in una piccola officina meccanica, dove iniziò come apprendista. Era l'inizio del suo viaggio verso l’Olimpo del motorsport. Le prime gare furono lunghi e duri raid su strade polverose e sconnesse, vere e proprie maratone su quattro ruote che esigevano forza, sangue freddo e spirito di sopravvivenza. Fangio imparò in fretta. A stupire, più che la sua velocità, era la sua costanza.
Il destino gli diede la prima
grande occasione nel 1947, durante il Gran Premio di Buenos Aires. Mentre i
grandi campioni europei si contendevano la gloria, Fangio fu invitato a
partecipare a una gara minore. Ma bastò poco perché il suo talento attirasse
l’attenzione. In quell’occasione conobbe Achille Varzi, uno dei mostri sacri
del tempo, che ne riconobbe subito il valore. Da lì, il passo verso l’Europa fu
naturale.
Nürburgring, 4 agosto 1957: l’impresa delle imprese
Quel giorno, sul leggendario circuito del Nürburgring, si correva la sesta prova del Campionato del Mondo. Ventidue chilometri di curve veloci, salite e discese senza sosta. Il circuito più difficile, la corsa più dura. Fangio, ormai 46enne, guidava la sua Maserati contro le Ferrari di Mike Hawthorn e Peter Collins. Dopo tredici giri in testa, una sosta ai box per cambiare gomme e rifornire lo costrinse a perdere oltre un minuto per un problema al fissaggio di una ruota. Rientrò terzo, distante 48 secondi dal duo di testa.
A quel punto, tutto sembrava perduto. Ma Fangio scrisse la storia. Giro dopo giro, girò più veloce dei tempi in qualifica. Recuperava dieci secondi al giro, in una danza magistrale tra i saliscendi del Nürburgring. A tre giri dalla fine superò Collins. Poco dopo, sorpassò anche Hawthorn. Tagliò il traguardo per primo, con pochi secondi di vantaggio, dopo una delle più grandi rimonte della storia dell’automobilismo.
Fu l’ultima vittoria della sua carriera in Formula 1. Ma quel giorno, sul tracciato tedesco, Juan Manuel Fangio non vinse soltanto una gara: entrò nella leggenda.
I 5 Mondiali di Fangio
Un dominio senza precedenti in Formula 1
Anno |
Scuderia |
Vettura |
1951 |
Alfa Romeo |
Alfetta 159 |
1954 |
Mercedes-Benz |
W196 |
1955 |
Mercedes-Benz |
W196 Streamliner |
1956 |
Ferrari |
D50 |
1957 |
Maserati |
250F |
L'eredità del “Maestro”
A più di mezzo secolo di distanza, il nome di Fangio continua a incutere rispetto e ammirazione. Non solo per i numeri — cinque titoli mondiali, 24 vittorie in 52 Gran Premi disputati — ma per lo stile, la sobrietà, la sportività che lo hanno reso un punto di riferimento eterno. In un’epoca in cui l’automobilismo era ancora una sfida tra uomini prima che tra macchine, Fangio fu il migliore di tutti.
Il suo record di titoli resistette per 46 anni, fino all’era Schumacher. Ma per molti, il vero “Re della Formula 1” resta ancora lui: Juan Manuel Fangio, il Maestro.
Ore 14.00 | MADONNA DI CAMPIGLIO (m. 1522) |
Ore 14.05 | Passo Campo Carlo Magno (m. 1682) |
Ore 14.15 | Folgarida |
Ore 14.30 | Dimaro |
Ore 14.40 | Malè |
Ore 15.30 | Fondo |
Ore 15.40 | Senale-San Felice |
Ore 15.50 | Passo Palade (m. 1518) |
Ore 16.10 | Tesimo |
Ore 16.20 | Nalles |
Ore 16.50 | SAFETY PARK VADENA |
Ore 17.00 | Bolzano |
Ore 17.05 | Cornedo all'Isarco |
Ore 17.35 | Collepietra |
Ore 17.50 | Ponte Nova |
Ore 18.15 | Passo di Lavazè (m. 1808) |
Ore 18.25 | Passo Pramadiccio (m. 1431) |
Ore 18.45 | Ziano di Fiemme |
Ore 18.50 | Predazzo |
Ore 19.05 | Moena |
Ore 19.15 | Pozza di Fassa |
Ore 19.20 | MAZZIN |
Ore 19.30 | Canazei (sosta) |
Ore 20.15 | CANAZEI (m. 1430) |
Ore 20.40 | Passo Pordoi (m. 2239) |
Ore 20.55 | Arabba |
Ore 21.05 | Passo Campolongo (m. 1875) |
Ore 21.20 | Corvara in Badia |
Ore 21.40 | Passo Gardena (m. 2121) |
Ore 22.00 | Passo Sella (m. 2240) |
Ore 22.15 | Canazei |
Ore 22.25 | Mazzin |
Ore 22.30 | Pozza di Fassa |
Ore 22.45 | Passo Costalunga (m. 1752) |
Ore 22.55 | CAREZZA AL LAGO |
Ore 23.20 | Ponte Nova |
Ore 23.35 | Cornedo all'Isarco |
Ore 23.40 | Bolzano |
Ore 00.00 | Appiano |
Ore 00.15 | Passo della Mendola (m. 1363) |
Ore 00.35 | Romeno |
Ore 00.50 | Cles |
Ore 01.10 | Malè |
Ore 01.20 | Dimaro |
Ore 01.35 | FOLGARIDA (m. 1298) |
Ore 01.45 | Passo Campo Carlo Magno (m. 1681) |
Ore 01.50 | MADONNA DI CAMPIGLIO (m. 1522) |